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Jesolo domenica: coda in spiaggia

Coronavirus: “rompete le righe”, ma si meravigliano dei focolai

Alla ricomparsa di focolai del virus c’è chi si meraviglia, ma forse più dei focolai, dovrebbe meravigliare che ci si meravigli. Tutto avviene in un paese dove sostanzialmente è passato il messaggio di un rompete le righe con la gara a livello delle Regioni a chi è più bravo a riaprire locali e movide.

Tuttavia qualcuno ha cercato di far capire che la pandemia ha messo a nudo un sistema già in crisi, fondato sostanzialmente sui consumi spinti. Ci si sta dibattendo in una palude con l’ipocrisia che si taglia col coltello, laddove sono responsabili le amministrazioni pubbliche in qualche modo c’è il rispetto delle regole di prevenzione, per il resto fatte salve le lodevoli eccezioni ognuno fa come gli fa comodo. Tanto è colpa della “gente”.

Non intendo difendere il menefreghismo, ma se è vero che il virus ha messo in crisi un sistema, dovrebbe essere abbastanza chiaro che nel ritorno alla “normalità di prima” non ci sono regole che tengano. Tanto è vero che la misura internazionale convenzionale del metro viene aggiustata a seconda della situazione da gestire.

Così c’è il metro della distanza sociale nelle spiagge a pagamento e c’è il decimetro della distanza nelle spiagge libere. E sempre la misura del metro varia a seconda del metri quadrati di locali e ristoranti. Nel frattempo sui trasporti pubblici urbani il metro non c’è più e siamo in attesa di vedere quale metro varrà alla riapertura delle scuole. Ma al di là della pandemia, qualità della vita sono due sdraio e ombrellone in un metro quadrato, oppure stare al ristorante schiena contro schiena?

E per banalizzare (ma anche no) qualità della vita sono i mega stadi dove sull’ultimo livello guardi il subbuteo… allora qualcuno si prende la responsabilità di dire che bisogna cambiare, che le risorse pubbliche devono essere impiegate per promuovere una nuova concezione della vita economica e sociale e in ultima analisi una migliore qualità della vita.

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