Al momento stai visualizzando Il Coronavirus fa politica e mette in crisi l’Europa dell’austerità
Il collegamento agli Stati Generali

Il Coronavirus fa politica e mette in crisi l’Europa dell’austerità

Ha fatto e sta faccendo più politica il Coronavirus e la relativa pandemia in questi quattro mesi, che non il confronto tra i paesi fondatori della Comunità europea da Maastricht ad oggi. Vi sembra una provocazione? Guardiamo lo stato della discussione ante-virus, la ginnastica quotidiana era il controllo dei debiti pubblici degli Stati membri, con il Patto di stabilità (o stupidità) che impediva anche ai Comuni con il bilancio in attivo di investire risorse per lo sviluppo del territorio.

Spiace dirlo ma se “l’Europa dei vincoli” sta almeno pensando a qualche cambiamento, basti pensare alla nascita di un Fondo senza rimborso, ciò lo si deve esclusivamente al Covid. Il virus ha sostanzialmente messo a nudo tutti i limiti del sistema con cui è stata gestita la U.E, l’austerità innalzata a ideologia è stata messa in un angolo. Il virus sta determinando anche cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, con una accelerazione dello smart working e del lavoro da casa.

Storicamente i grandi cambiamenti nell’organizzazione della produzione e del lavoro hanno determinato preoccupazioni e forme di protesta, basti ricordare i processi meccanizzazione per arrivare all’inserimento dei robot; fa specie sentire oggi da quelli che hanno scritto poemi sulla fine del lavoro industriale e della classe operaia, che il ricorso al lavoro da casa mette in crisi l’economia del Fast food, legata alla presenza della pausa pranzo nel settore dei servizi.

Sul piano generale a me sembra dunque che il virus “faccia politica” più che mai con ripercussioni pesanti sullo stato di salute già precario della U.E mettendo in difficoltà i guardiani dell’austerità, quelli che “battono le ortiche” con il pisello degli altri.

Lascia un commento