Mentre il paese sta ripartendo, siamo bombardati da una grande quantità di parole, previsioni e la grande difficoltà a cogliere i riferimenti utili per orientarci. Sarà anche morto clinicamente, ma nella diatriba della politica il virus è più vivo che mai con i diversi governatori regionali ora a favore ora critici verso le scelte nazionali.
Che dire dei virologi dove è quotidiana la diversità di pareri, la ricerca dei distinguo. La sintesi la fanno quelli che togliendo la mascherina gridano che è tutto una balla, la sensazione è quella di trovarsi davanti una realtà la cui lettura ci fa sentire impreparati.
I sostenitori del PIL ci ricordano quotidianamente che abbiamo un grande numero di anziani e malati cronici con i pensionati che superano la popolazione attiva. A momenti traspare l’immagine di un “virus ramazza” provvidenziale per abbassare i costi sociali dell’aumento del tempo di vita. Come interpretare il discorso che sempre più spesso ci dice che facendo prevalere la sicurezza sanitaria si condannano alla povertà più persone.
Siamo ancora in grado di concepire un governo del paese e dell’economia che oltre a far crescere il PIL rafforzi la sicurezza della salute delle persone in carne ed ossa mentre il virus continua a circolare.
Per non accontentarci del rischio ponderato.