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Macché dittatura! Orban ritorna i pieni poteri al Parlamento. E ora chi chiederà scusa?

di Marco Gombacci

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato che a fine maggio rinuncerà ai pieni poteri che il Parlamento gli aveva attribuito a inizio pandemia Covid-19. È da fine marzo, ossia da quando il Parlamento ungherese ha votato (e sottolineiamo ‘votato’) una legge speciale che attribuiva al premier magiaro la possibilità di governare per decreto (e sottolineiamo ‘governare per decreto’, vi ricorda qualcosa?), che la comunità internazionale non ha lesinato feroci critiche all’Ungheria. “Oppressione!”, “Uno spettro si aggira per l’Europa. È lo spettro di Orban!”, “Una dittatura nel cuore dell’Europa”, “Carta bianca per la violazione dei diritti umani”, erano le accuse, tra le più soft, che venivano fatte.

L’ex premier italiano Matteo Renzi ha chiesto addirittura di espellere l’Ungheria dall’Unione europea e il leader del partito liberale europeo Guy Verhofstadt ha definito Orban esplicitamente un “dittatore”. Da Amnesty International al Parlamento europeo, quasi tutti si sono scagliati contro Budapest. Mancava solo che richiedessero l’intervento dei caschi blu dell’ONU. Tra le norme che preoccupavano di più la comunità internazionale ci sarebbe stata quella dell’assenza di un limite temporale ai poteri del Premier, la sospensione delle elezioni e la chiusura del Parlamento. Spiace che anche illustri editorialisti non si siano presi la briga di informarsi adeguatamente e di leggere la traduzione della legge che passo dopo passo avrebbe smentito le loro accuse senza possibilità di appello.

Andiamo con ordine:
Il Parlamento è sempre stato aperto. L’Assemblea legislativa aveva semplicemente delegato al Primo Ministro solo le decisioni riguardanti le risposte alla ‘crisi coronavirus’ per evitare rallentamenti in un momento in cui ogni minuto poteva essere decisivo per salvare una vita umana. Anche la nota giornalista della CNN Christiane Amanpour in un’intervista con il Ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó si è dovuta scusare per aver diffuso la notizia falsa che il Parlamento ungherese non fosse più operativo.

Per quanto riguarda le votazioni, durante lo stato di emergenza non si potevano svolgere le elezioni suppletive e le elezioni già programmate sono state annullate per ragioni di sicurezza sanitaria. Le elezioni posticipate ora devono essere riprogrammate e devono essere svolte entro 15 giorni dalla fine ufficiale dello stato di emergenza. E ora, dopo che Orban ha decretato la fine dello stato di emergenza Covid-19 in Ungheria, cade anche l’ultimo punto: il potere nelle mani del Premier a tempo illimitato. Come preannunciato, i “pieni poteri” decadono facendo rimanere con un pugno di mosche in mano i tanti, troppi detrattori dell’Ungheria.

Anche la Commissaria europea responsabile per il rispetto delle regole europee e dello Stato di diritto Vera Jurova (liberal e sicuramente non vicina politicamente al leader ungherese) ha più volte ricordato come gli uffici legali della Commissione europea non abbiano trovato nulla nella legge ungherese in contrasto con le normative e i valori europei. “Abbiamo difeso la nostra patria con successo e le nostre prestazioni sono paragonabili a quelle di qualsiasi altro Paese. Daremo a tutti l’opportunità
di scusarsi con l’Ungheria per le false accuse che ci sono state mosse negli ultimi mesi,” ha dichiarato Viktor Orban.

Ecco, ‘scusarsi’. Ma chi lo farà?

Questo articolo ha un commento

  1. Mario

    Be allora sti pieni gli ha restituiti??? ;-))))))

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