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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Recovery Fund: è nata l’Europa a due velocità? Nord contro Sud

Diciamo subito che questi fondi che ammontano a 209 miliardi di euro arriveranno nel secondo semestre del 2021. Ecco, forse non tutti lo sanno, e il dubbio è se le nostre imprese e famiglie possono attendere questa pioggia di denaro che deve calare su infrastrutture, lavoro, giustizia, pensioni e sburocratizzazione. Aggiungiamo poi che oggi forse questa sezione non si dovrebbe chiamare “Europa Ko” ma al massimo “Italia Ko” se il rischio è quello di essere definitivamente eterodiretti da Bruxelles nell’annoso problema delle riforme da fare e che il nostro paese ha più volte dimostrato di non avere il coraggio di fare.

Detto ciò, le nottate di questi giorni ritengo diano un nuovo spunto di stimolo e forse di inevitabile evoluzione nel campo dei 27 in Europa. Una unione di intenti ma una disgregazione nei fatti. Intendiamoci: mai come adesso Bruxelles ha dimostrato di esistere, far ragionare, scornare e confrontare i leader di questo continente. Senza sottovalutare che un paese spesso ingovernabile come l’Italia se non ha qualcuno che tira le orecchie, evita di fare i compiti guardando più ai sondaggi che alle generazioni future.

Dipende però da che parte ci tireranno le orecchie: se verso l’austerity, quel tempo deve essere definitivamente giunto al tramontato ormai, se altrove allora avremo solo da giovare di un professorino più controllore a patto che non sia pronto a chiudere i rubinetti alla prima violazione dello stato di diritto, magari proprio sulle politiche migratorie per le quali siamo ancora soli.

Il problema è un altro, sembra quasi si sia concretizzato quel progetto di Europa a 2 velocità di cui da tempo si favoleggia. Il Nord contro il Sud, i frugali contro gli scialacquoni, i tirchi contro i mediterranei. Quali conseguenze porterà tutto questo? Considerato poi che al nostro fianco in questo scontro con l’Olanda c’erano Francia, Spagna, Germania, Grecia e Ungheria. Cosa è nato questa notte, un continente unito o la certificazione di differenze che questa pioggia di miliardi con il contagocce dovrà sanare?

Ai nostri professorini, in primis, dobbiamo recriminare la concorrenza sleale sulla tassazione, il dumping fiscale che l’Olanda applica pur essendo parte di questa Europa, è uno dei problemi che andrà affrontato. Oppure sull’altare dell’accordo diplomatico, e in queste trattative il premier olandese Rutte è maestro, abbiamo sacrificato alcune pretese più egualitarie?

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