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La vignetta per circolare sulle autostrade della Slovenia

Slovenia: vignette pagate, ma chi le rimborsa dopo il lockdown?

Finalmente ci siamo. Ci hanno liberati da quel senso di abbandono che ormai ci rendeva profondamente tristi, almeno per quanto riguardava i nostri spostamenti. Ora di questa libertà cerchiamo di approfittarne il più possibile visto che i contagi in Croazia e Slovenia stanno salendo, rischiando di compromettere la stagione balneare con ulteriori, possibili blocchi dei confini.

E proprio guardando a questo nuovo rischio-contagio conviene stare maggiormente attenti, valutando le proprie mete e ponderando non certo al ribasso le informazioni che arrivano a quei due Paesi. E’ notizia di qualche giorno fa che la concessionaria autostradale Autovie Venete Spa accusa un vistoso calo di fatturato a seguito dei tre mesi di lockdown, e in prospettiva i ridotti flussi di traffico collegati al fenomeno turistico estivo dei prossimi mesi non promettono nulla di buono.

Non navigano nell’oro, ma non hanno avuto di questi problemi, i concessionari autostradali sloveni e austriaci. Per chi infatti ha venduto le vignette autostradali semestrali o annuali i 3 mesi di interruzione degli spostamenti sia sul fronte interno, che su quello esterno dovuto alla chiusura dei confini, non avranno effetti negativi. Ormai i soldi erano in cassa e non si sente ancora parlare di un possibile rinvio della scadenza annuale delle vignette successivo al 31 dicembre 2020.

Alla fine delle fiera a rimetterci saremo sempre noi italiani, invocando criteri di equità da parte di chi incassa anticipatamente, promettendo un servizio che invece non è stato prestato di certo non per colpa di chi ha acquistato la vignetta. Vedremo come si esprimerà la “frugalità” europea anche in questo caso. Certo si tratta di alcuni milioni di euro che rispetto ai miliardi del miraggio chiamato Recovery found sono poca roba. Ora quello che conta di più è incrociare le dita sperando che il semestre di presidenza europea affidato a Frau Merkel cominci con un cambio di passo trasformano la solidarietà a parole in qualcosa di concreto di cui, peraltro, non si ha ancora idea.

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