La produzione industriale di maggio crolla, toccando il picco negativo di oltre il -33%.
Il prodotto interno lordo potrà toccare il -13% in questo 2020 e, purtroppo, non c’è ancora la consapevolezza di quanto potrà essere devastante l’impatto economico se non saranno prese in considerazione e attuate vere manovre a sostegno del sistema produttivo del nostro Paese.
A partire dal mese di settembre quando verrà meno il blocco dei licenziamenti si scatenerà con tutta la sua virulenza la grande catastrofe sociale che oggi il mondo della produzione, del commercio, dell’artigianato stanno prefigurando. Stime ottimistiche parlano di centinaia di migliaia di posti di lavoro persi mentre, quelle pessimistiche, contano oltre il milione di famiglie senza reddito.
Bisogna essere seri! Sono più di due mesi che cerco di stressare il tema economico come prioritario ponendolo all’attenzione dei media e della opinione pubblica. Ancora quando questo argomento non era di moda.
E questo tema economico non è solo una questione “di soldi” ma è un tema di visione che sembra mancare o essere estremamente superficiale e di corta veduta. Basti pensare che dal giorno dopo che è stata proclamata questa emergenza sanitaria da Covid19 sono arrivati, e sono ancora bloccati, 6.7 miliardi di Euro. Questi soldi sono i fondi Europei senza cofinanziamento.
Ora stiamo facendo i conti di quanti soldi arriveranno dall’Unione Europea ma se non siamo in grado di sbloccarli e spenderli attraverso programmi strutturati che creino un vero volano ed una alleanza per investimenti pubblico – privati non potremo mai trovare quella cura necessaria per fare uscire l’Italia dalla terapia intensiva. La terremo là, incosciente, prolungandone solamente l’agonia. Siamo sotto scacco di una politica che non per cattiveria, ma per evidente inadeguatezza sta creando le basi per un vero e proprio disastro economico e sociale.
Ribadisco con grande fermezza quanto sia necessario correre ai ripari per contenere il più possibile tutti quei licenziamenti alle porte. Settembre è molto vicino e quando alla popolazione arrivano a mancare i soldi per fare la spesa non c’è più molto da scherzare.
Abbiamo giocato e scherzato fin troppo con la politica, che dovrebbe essere una cosa seria piuttosto ché una piazza di schermaglie, di risse verbali e a volte anche fisiche. Un consesso di persone che scendevano nelle piazze urlando i loro “vaffa”. Ci vuole più sostanza! Chissà cosa avrebbero pensato Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Giovanni Leone o Aldo Moro se avessero fatto vedere loro cosa sarebbe diventata l’Italia da lì a pochi anni. Chi guida l’Italia non può essere “l’uomo della strada”; e questo lo dico con il massimo rispetto verso tutti noi che siamo uomini della strada. Chi guida il nostro Paese devono essere uomini e donne di altissimo spessore intellettivo, tecnico, etico e morale.
Guidare l’Italia non è, e non può essere cosa per tutti. Ma cosa di pochi nell’interesse di molti!
Viva l’Italia, Viva la Repubblica!