C’è un settore quale quello delle multiutility al quale il virus non ha fatto neanche un baffo. La presentazione del bilancio del gruppo Hera, la grande multiutility del Nordest, ha evidenziato risultati positivi in crescita di tutte le voci caratteristiche, dai ricavi all’utile netto.
Il Covid? Evidentemente le multiutility sono vaccinate o più semplicemente luce acqua e gas, sono la gallina dalle uova d’oro, di un capitalismo senza rischio di impresa, dove si distribuiscono dividendi agli azionisti, ma le bollette degli utenti non calano mai.
Nel frattempo il Nordest è il terreno dello scontro per la conquista di nuovi spazi sul territorio. L’Italia è tra i paesi in Europa che maggiormente ha privatizzato i servizi di pubblica utilità; a monte c’è stato uno dei capolavori sostenuti da tutto il mainstream nazionale, la costruzione di un forte senso comune per il quale ciò che è pubblico è inefficiente, mentre ciò che è privato è efficiente per definizione.
La privatizzazione dell’energia ha aperto un far-West tariffario a carico degli utenti ai quali rimane il placebo dell’Authority. Del tutto ignorato è stato il referendum sul servizio idrico. La sana concorrenza del mercato in cui c’è la propensione a fare cartello non è altro che una balla. E i Comuni? Non contano più nulla e fanno la gara a vendere le azioni rimaste per contare meno di nulla.