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Un gattino si rifugia sotto le coperte

Addio maledetto 2020: andiamo a letto presto, che fa bene alla salute

Oggi è l’ultimo giorno dell’anno e come ogni 31 dicembre che si rispetti bisognerebbe fare i bilanci. Che dire di questo 2020 senza essere ripetitivi? Da inguaribile ottimista quale sono, di positivo potrei guardare al crollo della CO2 durante il primo lockdown e delle malattie di stagione durante il secondo.

Il resto sarebbe da archiviare se non fosse che per quanto mi riguarda questo 2020 finirà soltanto quando il Covid non sarà più una minaccia. Non ci saranno lenticchie sulla mia tavola né spumante o zampone, e consiglio vivamente a tutti voi di andare a dormire il prima possibile perché il sonno fa bene ed è una delle funzioni fisiologiche più importanti del nostro organismo.

Fra le altre cose, esso ripara le lesioni che le nostre cellule si procurano durante l’attività giornaliera, vi sembra forse roba da poco? Guardando all’anno che verrà, si può soltanto sperare di non ritrovarci con un 2020bis e che magari, questo 2021, sarà per tutti noi migliore da ogni punto di vista: sociale, politico, sanitario ed economico. Sui buoni propositi non ci credo, essi sono soltanto un modo come un altro che abbiamo per imbrogliare noi stessi.

Sono anni, ad esempio, che mi ripeto: “Quest’anno imparerò a suonare la cornamusa!”, oppure: “A gennaio inizio seriamente a rimettermi in forma.” e poi mi accorgo che è già arrivato giugno e non mi sono mosso di un milllimetro. I manager delle grandi aziende, quelli tosti e produttivi, amano ripetersi: “Le cattive abitudini vincono sempre sui buoni propositi!”. Hanno ragione da
vendere!

Tolti di mezzo i buoni propositi, dunque, non ci resta che sperare. Spero vivamente di non dover più far la conta dei positivi fra gli amici e i parenti e/o rallegrarmi se hanno soltanto la febbre a 39 e non vengono intubati. Non vorrei più leggere notizie come quella apparsa ieri su un quotidiano veneto dove una ragazzina si è messa ad urlare perché è stata abbracciata da una sua compagna di classe rea di non avere la mascherina e di non rispettare le norme anti-covid.

Mi auguro di trovare un’umanità migliore di quella che chiama la polizia soltanto per avvisare che i vicini di casa, durate il cenone di Natale, sono in numero maggiore rispetto a quanto deciso da un dpcm. I vecchi raccontano che a Natale si portavano i panettoni agli uomini che erano di pattuglia, oggi invece li vediamo come un intralcio alle nostre libertà.

Fra i tanti morti illustri, da Maradona a Sean Connery passando per Pablito Rossi, questo 2020 si è portato via anche Derek Mahon, il poeta dell’”Andrà tutto bene”, slogan iconico del lockdown versione “volemose bene”. E già questo basterebbe a spiegare che i buoni propositi sono soltanto per gli illusi o i poveri d’intelletto. E noi non abbiamo più tempo da perdere: dobbiamo ripartire e voltare questa pesantissima pagina del calendario, sperando di trovarci un numero diverso.

Auguri a tutti, ne abbiamo bisogno.

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