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Si avvicina il Black Friday

Black Friday? Sì, ma nei negozi di vicinato altrimenti vince Amazon

Noi italiani fino a qualche decennio fa eravamo produttori di cultura e l’abbiamo esportata in tutto il mondo. Dai tempi dei romani fino agli anni 80 i nostri artisti sono stati protagonisti, con le loro opere, di palcoscenici planetari: dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, dall’opera alla moda, il genio italico ha contribuito da protagonista a generare tendenze e gusti.

Dalla fine del millennio scorso siamo entrati in un inesorabile declino e non ci stiamo limitando ad accettare un ruolo di comprimari ma stiamo passivamente subendo influenze esterne, in particolare dal mondo statunitense.

La cultura pop-commerciale a stelle e strisce, dopo aver contaminato l’occidente tramite la musica e il cinema, ha trovato un boost esplosivo grazie al web e ai social network. Essendo nati ed essendosi sviluppati tutti nella Silicon Valley, i maggiori canali di interazione (Google, Facebook, Whatsapp, Instagram), di produzione e distribuzione audiovisiva (Spotify e Netflix) e di commercializzazione (Amazon) stanno imponendo tradizioni e usanze soprattutto di vendita proprie della cultura USA.

Halloween e il Black Friday sono i fenomeni che si sono imposti più di recente: la nostra cultura millenaria e il nostro tessuto imprenditoriale ne sono in totale balia, incapaci di reagire di fronte allo strapotere degli “antagonisti” e alla scarsa consapevolezza di come certe nostre scelte.

Ecco allora un invito a ragionare sui nostri acquisti per di fine novembre e di Natale: giunge dal movimento Sosteniamo le serrande (appartiene al mondo della comunicazione, nato durante il lockdown di marzo e orientato ad aiutare i commercianti) ed esorta in maniera esplicita a rivolgersi al commercio di vicinato. Un piccolo gesto, un’attenzione, un richiamo alla consapevolezza delle nostre scelte e alle conseguenze che possono avere. In questo caso, positive

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