Al momento stai visualizzando Chi paga il prezzo del lockdown? Bambini, anziani o single? Parla lo psicologo
Trieste deserta durante il lockdown

Chi paga il prezzo del lockdown? Bambini, anziani o single? Parla lo psicologo

Quando si analizza il periodo appena passato, quello cioè che ci vedeva tutti quanti rinchiusi dentro alle nostre case, ci si chiede spesso quali potrebbero essere, e quali saranno, i contraccolpi a livello psicologico. In generale si pensa che a pagare maggiormente, in termini di sofferenza psichica, siano soprattutto i bambini. Personalmente, mi chiedo il perché di questo pensiero tanto comune.

Il compito degli adulti è quello di proteggere i propri cuccioli e di garantire loro una qualità della vita tale da garantire un corretto percorso di sviluppo. Ed è forse questa la ragione per la quale le nostre attenzioni si focalizzano sul mondo dell’infanzia. Fortunatamente, i bambini hanno delle risorse che noi adulti non abbiamo, o che abbiamo dimenticato lungo il nostro percorso di vita, ed è proprio grazie ad esse, e a tutte le attenzioni che abbiamo rivolto loro, che i bambini in questo periodo di lockdown non se la sono passata proprio così male…

Pensateci bene: abolita la sveglia all’alba, mattinate comode da passare fra colazioni lunghissime, giochi, cartoni animati, qualche compito con mamma, papà, nonni e zii pronti a trasformarsi in animatori turistici pur di non far pesare la situazione ai più piccoli.

E gli adolescenti? Per i nostri ‘nativi digitali’, che possedevano già gli anticorpi del distanziamento sociale, la chiusura non è stata poi così drammatica. Il dramma semmai è che sono stati costretti a familiarizzare ancor di più con gli schermi, le piattaforme e i social network. La speranza è che questo rapporto forzato abbia innescato in loro la voglia di ritornare ad avere un contatto più umano senza la mediazione di qualche app.

A mio modo di vedere, a pagare maggiormente questa situazione sono stati gli adulti. I lavoratori dipendenti in smart working che hanno dovuto destreggiarsi fra riunioni, connessioni e figli da accudire, gli autonomi e i professionisti che hanno visto la loro attività crollare da un giorno all’altro e soprattutto chi si è trovato a passare le giornate da solo: i single. Nella solitudine tutto si amplifica: malanni, cattivi pensieri, rancori, rimpianti…

A soffrirne maggiormente sono soprattutto le persone anziane. Gli anziani non sono in linea con questo frenetico mondo digitale, non sono certamente social e di fatto rimangono esclusi dalla vita sociale contemporanea. In questa pandemia abbiamo avuto molta cura a non avvicinarli, soprattutto per paura di portar loro il temibile virus che ha colpito con tanta forza proprio le persone più avanti con l’età. A mio avviso, sono state loro le persone più colpite da questa pandemia, sotto tutti i punti di vista. E lo sono ancora! E nessuno può ancora dirci quali siano realmente i danni che questo lockdown ha prodotto a questa categoria. I danni si conteranno fra qualche mese, quando ci riavvicineremo veramente.

L’età anziana, al pari dell’infanzia, ha un estremo bisogno di stimolazioni ambientali: i bambini ne hanno bisogno per uno sano sviluppo, gli anziani per frenare la degenerazione cognitiva. Chi lavora con gli anziani, ma anche chi ne è semplicemente a contatto, comprende perfettamente cosa voglio dire e sa benissimo quanto siano impattanti per la salute due mesi di assenza di stimolazione. Gli anziani hanno ‘fame’ di contatti, di parole, di scambi, di camminare, di vedere, di essere ascoltati. Nel lockdown tutto questo non è stato possibile.

Ci siamo tenuti lontani dai nostri vecchi, stavolta lo abbiamo fatto pensando a loro, ma siamo sicuri di avergli fatto del bene?

Questo articolo ha un commento

  1. Ciao Marco. Ti posso confermare, lavorando con gli anziani, che hanno sofferto e non poco. Adesso, come non mai, hanno voglia di uscire, parlare, ricevere stimoli esterni. Persone che non vedevo da anni si son fatti rivedere e la maggior parte, da quel che vedo, è più spaventata dalla solitudine che dal virus. Ciao!

Lascia un commento