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Un vigneto del Veneto

Coldiretti e quel volo che porta lavoratori stranieri nei nostri campi

Apprendo, come ogni anno, che la Coldiretti ha estremo bisogno di lavoratori da altri paesi. Oggi alle 15 atterra a Perugia un aereo che da Casablanca porterà 110 lavoratori stranieri qualificati per la raccolta primaverile.

Molto felice per queste 110 persone ma una cosa non mi torna, e mi piacerebbe ragionarci su senza però
scadere nella facile retorica. Con questa devastazione sociale e culturale dopo un anno di pandemia, con le regioni che cambiano colore ogni due settimana, con tutti i suicidi dovuti alla perdita di lavoro, il cimitero senza fine delle partite iva e tutto il resto, Coldiretti che fa? Manda un charter a prendere lavoratori dal Marocco?

Ho molta stima per quell’ente, mio nonno paterno ne faceva parte e rivendico con orgoglio le mie origini contadine, ma questa scelta proprio non riesco a capirla. Questa notizia sarebbe meravigliosa se non fossimo in piena crisi o se le nostre agenzie per l’impiego non avessero file chilometriche di gente che
ormai nemmeno ci spera in un impiego e si rassegna al reddito di sopravvivenza.

Ci sono migliaia di stranieri che sono sbarcati nel nostro Paese nella speranza di un lavoro e sono  costretti ad infilarsi nelle maglie dell’assistenzialismo o, peggio ancora, della criminalità organizzata.

Perciò, cara Coldiretti, continuo a non capire. E non capisco come in un Paese come il nostro si possano tollerare le baraccopoli di braccianti disperati che ogni tanto prendono fuoco, non capisco i caporalati alla luce del sole, non capisco le fragole a gennaio, non capisco i prezzi strozzati che la grande distribuzione impone ai mercati e continuo a non capire il charter dal Marocco.

L’avrei compreso e digerito prima del Covid ma adesso no!

Non esistono più quei “lavori che gli italiani non sono disposti a fare!”, non prendiamoci in giro. Siamo stanchi e siamo tutti testimoni diretti di questa catastrofe sanitaria, sociale ed economica, perciò di chiacchiere ne abbiamo già le tasche piene.

Solidarietà a tutti, ma un po’ di amor di Patria in questo momento non guasterebbe.

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