Con la rivolta per D’Agostino in porto oggi è nato un candidato sindaco?

E così oggi è nato un candidato sindaco.

In un lampo il centrosinistra risolve beghe interne, trova l’uomo e concentra attorno a sè quelle che ritiene “le energie migliori” (citazione di Francesco Russo nella sua diretta di Ring quando ha svelato della malattia che lo affligge). Perchè affondare la corazzata del centrodestra a trazione Lega-Dipiazza non è facile. Ed ecco il Provvidenza.

Quell’uomo è il detronizzato “mai stato” Presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino? Quello che un dispositivo dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione ha detto che non poteva essere numero uno del Porto perchè carica “inconferibile”. Nonostante la stessa autodichiarazione firmata dal diretto interessato.

Perchè no, in effetti. Proviamo solo ad analizzare insieme quanto successo e detto.

Zeno D’Agostino ha una coscienza, ed è incrinata dalla commozione quando arriva al varco del Molo VII di Trieste e trova davanti a sè 300 portuali con le famiglie. “Tra tutti, l’unico disoccupato sono io”, esordisce strappando un sorriso ai presenti mentre gli cantano “c’è solo un presidente” con cori da stadio. Parla in triestino, chiede di riaprire il Porto, cita un’anziana telespettatrice che ha telefonato a Telequattro dicendosi pronta a scendere in piazza per lui, anche con il deambulatore, purchè ritorni presidente. Una straordinaria abilità di comunicazione, autorefernzialità ma anche sincera confidenza con i propri interlocutori che chiama per nome. E subito dà una lettura politica dei fatti.

Chi c’è dietro la segnalazione all’Anac? E’ una mossa politica, nonostante la stessa Autorità si sia affrettata a negare questa ricostruzione con un comunicato che ha stupito tutti?. Excusatio non petita…e allora è lo stesso D’Agostino a dare una chiara lettura politica di quanto avvenuto. Noi, contro loro. Il segnale è evidente. “Se c’è qualcuno…è in poltrona e tranquillo. Perchè lui sa che dopo lo sfogo, passa l’incazzatura. Non fate la cazzata di sfogarvi adesso e non esserci dopo, perchè la cosa andrà lunga”. Testa dopo il cuore e le braccia. E’ un mero agitatore di folle che esattamente questo attendevano da lui o il sapore diventa quello di una sfida diversa, più grande?

“Ora spostate, spostate il tiro, perchè non può essere solo una protesta dei portuali, i cittadini ci sono”, ha detto. Ed è ormai il terzo campanello che suona quando davvero la musica sembra diventare una sinfonia a un anno dal voto per le comunali. Poi: “se c’è qualche altra iniziativa dove c’è la città, non può che farmi piacere”. E’ il gong del Ko. Che cos’è questa Fase 2? Sembra proprio una chiamata di piazza per qualcosa che non si ferma al suo ruolo in porto.

“Tutti uniti, se mi volete”, e via giù ancora cori. “Chi è qua non è un nemico”, lo sono evidentemente i poltronari che ha citato  prima, quelli che sono lontani. Ricchi contro poveri? Non manca persino il messaggio ai bambini presenti, “studiate e fate gli avvocati, nella società c’è posto per tutti se si hanno certi valori”. Manco la carezza di Papa Roncalli.

Il tutto sotto gli occhi del sindaco Dipiazza, per una volta nel ruolo a lui poco confacente di spettatore, e che D’Agostino difende così da evitare che i portuali delusi se la prendano con il primo cittadino per colpe altrui. Sembra di essere tornati decenni indietro, quando portuali, lavoratori e sindacati avevano un ruolo determinante nei cambiamenti.

Allora forse non c’entra la fantapolitica, così almeno appare in superficie; il “segnale” che il nostro paese doveva lanciare agli Stati Uniti infuriati con l’Italia per l’eccessiva vicinanza alla Cina e colpire il più filo-Pechino dei presidenti di Porto italiani.

Ma questa è un’altra storia.

Ferdinando Avarino

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