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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Conte, Casalino e quelle conferenze “modello sfilata”

Irrituali sono irrituali.
Ma l’emergenza sanitaria ormai ci ha abituato anche a ciò che, nella normalità, avremmo ritenuto anormale.

Mi riferisco alle conferenze stampa del Premier Giuseppe Conte, monologhi a reti unificate che non fanno altro che riassumere le misure che già da qualche giorno circolano sui giornali. E’ dal primo Dpcm che purtroppo è così.

Le conferenze stampa, convocate e poi rimandate in un giochino che porta allo sfinimento, sono anormali perché le domande dei giornalisti presenti a Palazzo Chigi sembrano essere degli assist che manco Maradona faceva quando era in campo.  L’impressione è che Conte segni ogni volta a porta vuota.
Non dovrebbe essere così.

Dietro alla regia di queste “prime teatrali” sembra esserci Rocco Casalino, (e mi permetto di aprire le parentesi: è anormale anche che il capo della comunicazione del Presidente del Consiglio compaia in video introducendo i rappresentanti della stampa che si sono sempre presentati da soli. Questa mania di protagonismo di chi dovrebbe invece stare dietro le quinte proprio non la capisco).

Rocco, stando ai rumors, filtra e indirizza.

Evidentemente però la scorsa settimana deve essergli sfuggito qualcosa, o meglio deve essergli sfuggita la domanda preparata da una giornalista di SkyTg24 che ha semplicemente fatto notare al premier l’incostituzionalità del voler entrare nelle case degli italiani durante le festività natalizie. Alla richiesta di chiarimenti, il Premier si è lasciato andare a una “supercazzola” legalese da gustarsi integralmente: “Un sistema liberal democratico non manda la polizia in casa a controllare cosa stanno facendo nelle abitazioni e quante abitazioni ci sono a meno che non ci sia aggiungo una fragranza di reato cioè il sospetto che si stia compiendo un reato e quindi ci sono degli elementi per intervenire direttamente e scongiurare che si concluda si completi una fattispecie delittuosa”.

“Fragranza” a parte (che al massimo possiamo dire del panettone che mangeremo a Natale), la risposta evidenzia la difficoltà del Presidente del Consiglio nel dover affrontare una domanda improvvisa e inaspettata.

Insomma sarebbe tutto molto più interessante, a livello comunicativo, se le conferenze non seguissero un copione che sembra tanto essere stato studiato a tavolino.

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