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Coronavirus e taglio Irap imprese: sembra l’aiuto di un signore feudale

Un esempio per spiegare ai non fiscalisti perché l’abbuono una tantum del saldo-acconto IRAP assomiglia, più che a un aiuto mirato, al gesto di un signore feudale che, per tacitare i borbottii del popolo, getta monete a caso dalla sua bisaccia mentre fende la folla sul suo cavallo.

Nel 2018 sia l’impresa ALFA che l’impresa BETA hanno una base imponibile di 3 milioni, cui corrisponde un’IRAP di 117.000 euro
– nel 2019 l’impresa ALFA va meglio e la sua base imponibile sale a 4 milioni, cui corrisponde un’IRAP di 156.000 euro; l’impresa BETA invece va peggio e la sua base imponibile scende a 2 milioni, cui corrisponde un’IRAP di 78.000 euro.

Nel 2020, in pieno COVID-19, l’impresa ALFA non subisce contraccolpi e il suo fatturato si mantiene sui livelli dei corrispondenti mesi del 2019, mentre l’impresa BETA ha un tracollo del fatturato superiore al 50%.
L’abbuono IRAP “studiato” dal Governo attribuisce all’impresa ALFA (che è in crescita e non ha subito danni dal COVID-19) un aiuto pari a 117.000 euro e all’impresa BETA (che dal COVID-19 sta prendendo una mazzata notevole) un aiuto pari a 39.000 euro.

Che i soldi per gli aiuti non bastino mai, non è certo colpa del Governo. Che i già insufficienti fondi vengano usati in questo modo, non è però certamente un merito.

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