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Andrea Crisanti, direttore Microbiologia a Padova

Crisanti, da eroe a “No Vax” in pochi mesi

Un tempo furono i 15 minuti di celebrità di Andy Wharol.

Nella citazione visionaria dell’artista pop si prefigurava un mondo in cui ognuno avrebbe avuto un momento di notorietà. Con l’avvento dei social (in principio fu Facebook, poi arrivò Instagram) in effetti questa profezia si è avverata. I “15 minuti di celebrità” attualmente possono consacrare o distruggere carriere, far arrivare a toccar le stelle perfetti sconosciuti e viceversa rigettarli improvvisamente nelle stalle.

Il professor Crisanti, durante il primo lockdown, i suoi “15 minuti” li ha sfruttati benissimo, era riuscito con il suo animo pacato e il suo atteggiamento composto a conquistare, in pochissimo tempo, la fiducia dei cittadini e delle istituzioni

Con il passare del tempo però qualcosa deve essersi inceppato, fino ad arrivare alle ultime ore con il prof. bersagliato dalle critiche di colleghi e istituzioni per essersi spinto a dire che non si vaccinerebbe contro il Covid. L’esposizione mediatica può essere molto pericolosa, se non viene gestita bene.

Anche il professor Zangrillo è stato al centro delle polemiche per aver detto, quest’estate, che il virus era clinicamente morto. Ma dopo quell’uscita infelice, il medico di Berlusconi, vecchio volpone abituato alla luce dei riflettori, ha battuto in ritrata per poi uscire allo scoperto quando la le acque si erano calmate.

Crisanti invece nelle settimane successive al primo lockdown e durante l’estate ha continuato a spingere sull’acceleratore, finendo alla fine fuori strada.

Da eroe a “No vax” in pochi mesi.

Mentre negli ospedali si lotta contro la seconda ondata di questa maledetta pandemia, il professor Crisanti è stato travolto dall’onda lunga, o meglio, da un vero e proprio tsunami mediatico. Se non si è preparati (o assistiti da professionisti del settore) il rischio di venire investiti è altissimo ed è quello che è accaduto al ricercatore che ha contribuito a salvare il Veneto la scorsa primavera.

In queste ultime settimane, stando ai titoli dei giornali, ha detto tutto e il contrario di tutto (le dichiarazioni sui tamponi rapidi sono un esempio). E invece bisogna misurare ogni singola parola, ogni dichiarazione..decidere con chi parlare, quando e come farlo.

Non per forza di cose bisogna accettare tutte le interviste che vengono proposte, l’insidia è dietro l’angolo…una mezza frase, un’allusione può tranquillamente essere trasformata in quel devastante “non mi vaccinerei contro il Covid” riportato dai cronisti (siamo sicuri abbia detto proprio così?).

Il danno ormai è fatto.

I titoli che, solo pochi mesi fa, lo osannavano ormai sono un lontano ricordo. Non dubito della buona fede del prof. ma ha commesso un errore imperdonabile: perdere la credibilità mediatica.

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