Il brogliaccio è ancora in fase embrionale. I vari autori stano lavorando dietro le quinte e noi tutti quanti in attesa di cosa mai ci presenteranno. Da due settimane siamo in apprensione, anche se, dopo il voto al Senato, sembrava essersi dipanata qualche matassa.
Eventi del tutto inimmaginabili hanno però, ingarbugliato i disegni. La disgrazia capitata a Lorenzo Cesa, Segretario dell’UdC – in quota al centro destra – in procinto di gettare il salvagente al Governo Conte, è stato letteralmente messo fuori gioco. Da allora, lo constatate tutti quanti, è serpeggiata una sorta di cupa incertezza per il destino dell’attuale Governo.
Si aggiunga, inoltre, il voto sulla relazione del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, irto di trabocchetti già ampiamente dichiarati, e il quadro piega rovinosamente sul negativo.
L’ipotesi più accreditata, per togliersi spine e veleni vari, sono le dimissioni “pilotate” del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questa variante, probabilmente caldeggiata pure dal Presidente della Repubblica, potrebbe scansare le sciabolate all’avocato del popolo.
Perché?
Primo, perché permetterebbe al grippo dei cosiddetti “costruttori” di veder premiato il proprio eventuale appoggio;
secondo, perché verrebbero battezzate in altro modo eventuali sostituzioni alle Ministre dimessesi;
terzo, perché è prassi ed è consuetudine, tranne qualche isolato esempio, seguire questo tracciato per stemperare le critiche di carattere squisitamente Istituzionale;
quarto, perché in questo modo, consegnerebbe alla maggioranza qualche giorno in più per ottenere infine, gli agognati 161 voti al Senato.
Giorni quindi febbrili, ma l’indice della borsa, che più di ogni altro elemento legge le condizioni di salute del Paese, suggerisce di non soffrire troppo d’ansia per quanto ci accadrà.