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Il video in cui Grillo parla del figlio

Di Grillo e dell’educazione dei figli

“…si vede che c’è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo… sono quattro
coglioni, non quattro stupratori…”

Deve essere stata un bomba. Certo una bomba lanciata in una famiglia particolare, ricca, famosa, con casa in Costa Smeralda, ma sotto sotto una famiglia come tante, come tutte. Una situazione aggravata dai due anni d’attesa, quelli delle indagini per raccogliere le prove, che non devono essere stati trascorsi con leggerezza.

Un tempo infinito, per qualunque famiglia, chiunque sia la vittima o il colpevole. La pressione psicologica su un padre che sa che il figlio è accusato di stupro deve essere insopportabile. Può spingere a comportamenti irrazionali e può far naufragare nella disperazione più assoluta. I genitori per natura proteggono i figli. E qualunque genitore, in questa situazione, si scoprirebbe garantista e avrebbe diritto di esserlo, comunque siano andati i fatti.

Con questo non voglio giustificare lo sfogo social di un uomo, che è anche un artista, un politico, una persona molto esperta di comunicazione e conscia della sua grande visibilità. Anzi. Certamente pesa sul mio animo il non aver sentito, durante quel video, alcun cenno di vicinanza alla ragazza, la presunta vittima. Non ci sono riferimenti al rispetto, ai diritti civili e alla violenza di genere. Temi tra l’altro di grande attualità nell’opinione pubblica.

Al contrario, dalle dichiarazioni messe in rete, emerge un atteggiamento, una mentalità che pensavo non esistesse più da anni nella società italiana. Non voglio entrare nei dettagli della vicenda ed ancora meno esprimere opinioni sul comportamento dei maschi o sulla consensualità della ragazza. Ma nello sfogo consegnato ai social, l’episodio viene descritto dal padre, dall’uomo di spettacolo e dal fondatore di un movimento politico, semplicemente come una bravata, a cui hanno partecipato quattro ragazzi.

Affermazioni forti, che grazie alla potenza della rete, che hanno esposto tutto e tutti a pesanti giudizi. I figli li mettiamo al mondo e cerchiamo di farli crescere nel migliore dei modi ma non sempre tutto va come vorremmo e spessissimo noi genitori commettiamo errori. Non si nasce padri e madri ma nel tempo è necessario imparare a farlo. I ragazzi vanno educati, controllati, seguiti e, anche quando diventano maggiorenni, il lavoro non è finito.

Ogni tanto va ricordato loro di usare la testa e di seguire le regole. È il dovere di ogni genitore, perché certi limiti non possono essere oltrepassati mai, per tutelare sé stessi e gli altri. Sia nel caso di giovani e intraprendenti uomini, sia in quello di belle e determinate piccole donne.

Ecco nel caso in oggetto…manca forse l’autocritica. Se fossi un artista terrei presente che tante persone mi stimano e ascoltano le mie parole. Se fossi un politico penserei che ho in mano la rappresentanza di molti elettori. Come genitore, invece, mi chiederei prima di tutto cosa ho sbagliato io, tenendo sempre presente che l’esempio che diamo ai nostri figli è fondamentale.

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