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“Donne…facciamo squadra e quadra!”

In Italia, nel 2020, il numero degli occupati è calato di oltre 440mila unità, malgrado il blocco dei licenziamenti, imposto dal governo e la Cassa Integrazione. Ma tra le 440mila persone che hanno perso il lavoro più di 300mila erano donne.

Un numero che colpisce e testimonia come il genere femminile, durante la pandemia, abbiano pagato un prezzo altissimo. Il Covid ha senza dubbio incrementato le disparità e messo in luce nuove fragilità sociali. È evidente e forse anche naturale, che le donne si siano caricate sulle spalle i gravosi impegni familiari determinati da lockdown e quarantene, chiusura delle scuole, didattica a distanza, serrata di centri sportivi e ricreativi. Alcune hanno dovuto lasciare il proprio lavoro perché sono mancati adeguati strumenti di welfare. Altre hanno fatto miracoli per non essere assenti in ufficio ma, al contempo, supportare e accompagnare i propri ragazzi in un percorso, quello pandemico, che ha creato ai giovani sofferenza e disagio profondo.

Purtroppo, ne sono certa, questo “part-time” involontario, causato dal Covid, costerà alle lavoratrici italiane in termini di carriera, rispetto ai colleghi uomini. “Nessuno sarà lasciato indietro e siamo tutti sulla stessa barca” disse qualcuno. Ma oggi, in questa nostra seconda estate “in emergenza”, i politici italiani mi paiono molto più concentrati in dibattiti divisivi su Green Pass, ddl
Zan e Riforma della Giustizia, che sul desiderio di far tesoro dell’esperienza Covid in termini sociali e umani.

In Italia esiste un evidente problema di inclusione femminile, amplificato dalla pandemia, che va risolto e superato. Le mamme non possono essere lasciate sole, vanno aiutate nel difficile compito di conciliare famiglia e lavoro, perché senza donne, senza famiglie e senza nuovi nati l’Italia non ha futuro.

Servono investimenti per incentivare l’occupazione femminile, come ad esempio una decontribuzione fiscale per le aziende che assumono donne. Serve una riforma dei congedi per maternità: lo Stato, infatti, attraverso questo strumento dovrebbe supportare maggiormente le famiglie senza appesantire le imprese. Servono maggiori infrastrutture sociali, asili in primis. In Italia solo
un bambino su quattro frequenta il Nido, perché le strutture sono poche e spesso hanno costi troppo elevati. Serve un welfare in grado di sostenere le giovani coppie e un fisco agevolato per le famiglie numerose.

Se solo chi ci amministra lo volesse e le femmine (mamme, nonne, figlie e nipoti) riuscissero a far squadra… il PNRR potrebbe essere le strumento, la famiglia il volano e le donne stesse il motore di una grande ripresa italiana post-Covid.

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