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Dpcm, Zanetti: “Costi e colpe solo per alcuni”

Chiudere la gente in casa e conseguentemente chiudere tutte le attività non essenziali, è una scelta tragica per tutti i cittadini che però risulta comprensibile nella sua sequenza logica.
Lasciare la gente libera di uscire di casa e però chiudere ugualmente una serie di attività non essenziali, è invece una scelta che scarica la sua tragicità in modo molto diverso tra i cittadini e che, quanto meno da quelli più direttamente colpiti, viene percepita come illogica e discriminatoria.
In tempi di pandemia, lo Stato, le Regioni e i Comuni hanno il dovere di disporre tutte le restrizioni che ritengono utili a tutelare la salute pubblica, ma non hanno il diritto di addossare ad alcuni soltanto costi che dovrebbero essere invece sostenuti da tutti.
Così come ogni legge di spesa può essere emanata solo se accompagnata dalle relative coperture finanziarie, deve essere affermato il principio che ogni provvedimento di restrizione, parziale o totale, all’esercizio di attività economiche, dalla ristorazione all’organizzazione di eventi, dalle palestre ai centri commerciali, può essere emanato solo nella misura in cui preveda lo stanziamento delle coperture finanziarie per l’indennizzo economico compensativo delle restrizioni introdotte alle attività economiche.
Lo ripeto: non si può addossare ad alcuni soltanto costi che dovrebbero essere invece sostenuti da tutti.

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