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L'inviato di Striscia anti-spaccio Brumotti

Droga, capitani e ronde: un paese che non difende i figli

“La droga fa male” va ripetendo da giorni il leader leghista Matteo Salvini. Lo ribadisce più volte ad ogni intervista, quasi sempre verso la fine e lo fa per demarcare la differenza che c’è, a suo dire, fra chi la droga la combatte, il centrodestra, e chi la tollera e la vorrebbe legalizzare: il centrosinistra.

Immancabile nella narrazione del Capitano è il riferimento al “responsabile” ex grillino che suggeriva l’uso della cannabis al posto del vaccino per sconfiggere il Covid. Ma al di là delle sparate, sulle quali si può aver gioco facilissimo, il problema della droga è molto serio e divisivo. Ha ragione Salvini quando dice che su questo punto destra e sinistra la pensano in maniera diametralmente opposta? Giudicate voi.

Quello che a me sembra chiaro però è che, nonostante l’alternanza dei governi, il problema sia sempre lì e non si possa risolvere. I servizi per le tossicodipendenze sono sempre pieni e l’età media degli utenti si abbassa sempre più. E’ un allarme sociale e sanitario che meriterebbe un’attenzione e una serietà che al momento non sembra esserci nel nostro Paese. Chiunque di noi e in qualunque delle nostre belle città può trovare un pusher pronto a vendere sostanze illecite.

Il buon Brumotti, il ciclo-inviato di “Striscia la notizia”, ogni sera documenta le piazze di spaccio delle nostre grandi città, e non sono poche le volte nelle quali è stato picchiato da questi venditori di morte a cielo aperto per il semplice fatto d’aver ficcato il naso in affari che non gli competono.

Anche in quei reportage le forze dell’ordine sembrano arrivare sempre dopo, ogni volta. La realtà è che questi signori vengono portati in questura e rilasciati a tempo di record beffandosi di Brumotti, delle divise e di noi polli che stiamo a guardare e che chiediamo di poter vivere senza vedere ogni giorno questo orrore dalle nostre finestre.

Ricordo l’indignazione che provocarono le ronde notturne di un gruppo di estrema destra a Trieste; due settimane dopo le forze dell’ordine sgominarono quella banda già attenzionata dai neri attivisti venendo a sapere che quegli spacciatori vendevano l’eroina anche a ragazzine minorenni. Dagli stessi benpensanti che condannarono i passeggiatori notturni ci fu il silenzio. Ma come: ti indigni per il fascio al chiaror di Luna ma non per l’eroina venduta alla bambina?

Nella mia carriera lavorativa mi sono trovato moltissime volte dinnanzi a storie orribili dove la droga significa veramente morte. La dipendenza da sostanza stupefacente ha il potere di portare via l’essenza della vita stessa non solo a chi ne fa uso, ma anche ai famigliari. La droga circola con facilità disarmante nelle nostre strade, nelle scuole, nelle palestre e ovviamente nei luoghi dedicati allo svago o al divertimento come: bar, fast food e discoteche. E non pensiate che sia poi così difficile che un ragazzo, anche giovanissimo, ne venga a contatto. Basta veramente una volta soltanto per entrare in una spirale che può condurre in un tunnel senza fine.

La vita di un adolescente è piena di incognite e presenta numerose occasioni per incontrare questo triste e pericoloso mondo. Talvolta basta innamorarsi di una persona ‘sbagliata’, provare attrazione verso modelli non propriamente sani oppure essere semplicemente incoscienti e/o in conflitto coi propri genitori.

Perché i nostri ragazzi hanno tanto bisogno di stordirsi? Forse perché la realtà in cui vivono non gli piace molto. E di che cos’è fatta la loro realtà? Ogni tanto sarebbe opportuno farsi queste domande…Una volta che si entra in quel mondo, fatto di spacciatori, debiti, polizia eccetera, è ovvio che le esperienze che si fanno sono pregne di violenza e sofferenza.

Il problema è che la droga è facilmente reperibile e la visione degli spacciatori che spadroneggiano nelle nostre strade ormai nemmeno ci turba più. Lo so, quelli che si trovano nelle strade, sono soltanto l’ultimo anello di una catena che porta ai soliti luoghi intoccabili, ma non è questo il punto. Mi piacerebbe un dibattito serio sul tema, un confronto che non lasci spazio alle ideologie o alle proposte spazzatura di qualche parlamentare del quale spero ci dimenticheremo presto l’esistenza.

Chiedo a voi che ne sapete più di me: ma uno Stato che non difende i propri figli, che Stato è?

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