Pro-forma, notarile o “apparenza”. Ecco, forse un voto di apparenza per celebrare a dovere la democrazia. Ma i fatti sono questi. Una formalità. Tale appare il voto in Veneto leggendo anche gli ultimi dati dei sondaggi diffusi questa mattina dal Sole24Ore. Zaia straripante e poi più in là, molto piuù in giù, il resto. Quasi “resti”, come nelle percentuali dei voti che manco si citano nelle letture dei dati macro.

Ecco i numeri: Luca Zaia 76,8%, Arturo Lorenzoni 15,5%, Enrico Cappelletti 3,8%, Daniela Sbrollini 1,1%, altri 2,5%. Neanche a sommarli tutti.

E pensare che i candidati Governatori saranno ben 11 (probabilmente due in meno perchè mancano le firme), pronti a dare il via a uno stilema di voci per far stonare l’amministrazione uscente. Eppure, a ben pensarci, se i dati ci dicono che quasi 8 su 10 voteranno per Zaia Governatore, non converrebbe nemmeno attaccarlo, perchè si rischia di infastidire un elettorato quasi monocolore.

Non c’è neanche quel boom di Fratelli d’Italia che possa impensierire la Lega comunque seconda alla Lista Zaia. E il prossimo consiglio regionale sembrerà somigliare più a un Cda aziendale che a un’arena del confronto serrato.

In un Veneto con questi dati, da prendere con il beneficio del dubbio perchè sempre di sondaggi si tratta, non converrebbe nemmeno rinviare il voto con la scusa del Coronavirus che ritorna virulento. Tanto rischia di cambiare poco, anzi, si spalancherebbero nuovamente i portoni della sala operativa per celebrare il rito della conferenza stampa quotidiana. Di chi? Lui, Luca, perchè altri non ce n’è, lo dicono i numeri.