Ursula von der Leyen, in piedi senza posto a sedere, davanti al Raìs turco Erdogan e al Presidente del Consiglio europeo Michel già seduti su delle comode poltrone davanti alle rispettive bandiere, è l’emblema dello scoordinamento e della confusione che regna sovrana all’interno delle Istituzioni europee.
Chiunque abbia avuto a che fare con incontri ufficiali di alto livello, è a conoscenza che in queste occasioni i posti a sedere sono rigorosamente pre-assegnati proprio per evitare situazioni spiacevoli come questa. Ma la diplomazia europea avrebbe dovuto aspettarselo: non è raro che per mettere in difficoltà la controparte politica vengano create ad hoc situazioni fastidiose durante le cerimonie ufficiali per creare imbarazzo e mettere in soggezione l’avversario politico.
Uno dei casi più famosi fu il bilaterale tra la Angela Merkel e Vladimir Putin, dove il Presidente russo fece entrare un grosso labrador nero pur sapendo perfettamente del timore della Cancelliera per i cani. In effetti, la Merkel si irrigidì vistosamente mentre Putin giocava con il cane tranquillamente creando una situazione di subalternità tra i due leader politici.
Ieri a Istanbul, è successo qualcosa di simile. Molto probabilmente, Erdogan che con l’Unione europea ultimamente non ha propriamente un rapporto idilliaco, ha teso una trappola nella quale il belga Charles Michel (Presidente del Consiglio europeo) ci è caduto in pieno. Nel video si vede come Michel acceleri per potersi sedere accanto a Erdogan lasciando indietro, molto poco cavallerescamente, Ursula von der Leyen, che dopo lo stupore iniziale, si è dovuta accomodare lateralmente su un divano.
In questa vicenda si intrecciano diversi aspetti. Da un lato, un Presidente turco che, con molto poco rispetto per le donne – ricordiamo la recente uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul – lascia ai margini una donna che, seppure con molte difficoltà, rappresenta il vertice della Commissione europea. Dall’altro, uno spaesato Michel che pur di fare la photo opportunity vicino a Erdogan, si siede sull’unica sedia libera.
Un uomo di Stato, un Politico con la “P” maiuscola, un vero rappresentante delle Istituzioni avrebbe preteso una seconda sedia per la presidente della Commissione europea oppure si sarebbe dovuto alzare per sedersi accanto a lei sul divano. Cadendo in questo tranello, si è visto in maniera ancora più plastica l’inadeguatezza e di come ai vertici dell’Ue non ci siano persone idonee a gestire determinate situazioni o , ancor peggio, determinati dossier.
Da troppo tempo Bruxelles china il capo davanti alla prepotenza turca. Sull’immigrazione, l’unica soluzione che hanno trovato è stata quella di dare una pioggia di miliardi di euro (sei miliardi in totale) per poter trattenere i migranti entro i confini turchi ma con l’unico effetto di permettere Erdogan di ricattare l’Europa ogniqualvolta a Bruxelles qualcuno lo criticava. L’Europa ha permesso il supporto turco alle milizie jihadiste che attaccavano i curdi – alleati dell’Occidente – nella Siria nordorientale. Navi militari turche hanno minacciato navi militari francesi nel Mediterraneo orientale al largo di Cipro, che, ricordiamolo, è uno Stato membro dell’Unione europea ma che è anche per metà occupato dalle truppe di Ankara dal 1974.
L’Occidente ha anche taciuto quando la Turchia inviò jihadisti a combattere al fianco dell’Azerbaigian nella guerra nel Caucaso meridionale contro l’Armenia e non ha nemmeno protestato quando Erdogan ha voluto convertire il patrimonio mondiale UNESCO Hagia Sofia a Istanbul in un a moschea, nascondendo anche i favolosi mosaici bizantini.
Insomma tutti argomenti di cui si sarebbe dovuto parlare al vertice, si sarebbe dovuta fare la voce grossa ma, come se questi temi fossero di secondo piano, alla fine ci ritroviamo a parlare del gioco della sedia orchestrato sì da Erdogan ma in cui i vertici dell’Ue come dei ragazzini ci sono cascati con tutte e due le gambe. Anzi tutte e quattro.