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Gianfranco Carbone a RIng su Telequattro

Esplode il debito, calano le entrate…ma si moltiplicano i bonus. Dite la verità!

Cosa abbiamo capito delle conseguenze sulla nostra economia della crisi indotta dalla pandemia di coronavirus? In realtà poco. Ci vengono forniti alcuni dati ma senza spiegarci le possibili conseguenze. E’ stato scritto che il PIL del paese (ossia la ricchezza che viene prodotta ogni anno) calerà del 9 – 10 %. Qualcuno sostiene anche di più ma rassicuriamoci con il dato più basso.

Tradotto in soldoni significa 180 miliardi di euro in meno (nel 2019 il nostro PIL è stato di circa 1.800 miliardi). Sulla ricchezza prodotta si pagano le imposte (volgarmente le tasse) e calcolando una media del 50% di peso fiscale lo Stato potrebbe incassare 90 miliardi di meno. Non poco: il bilancio preventivo del 2020 prevedeva una spesa complessiva di 897 miliardi di cui 610 miliardi di spesa corrente. Nella spesa corrente ci sono anche i trasferimenti all’INPS (che eroga prestazioni per 341 miliardi) per circa 123 miliardi di euro per coprire prestazioni previdenziali e assistenziali, altri 17 miliardi per finanziare le politiche del lavoro (ad esempio reddito di cittadinanza) e 19 miliardi per coprire i disavanzi previdenziali (pensioni di dipendenti pubblici dopo l’incorporazione dell’Inpdap e “quota 100”).

E’ prevedibile una riduzione dei contributi versati all’INPS? Credo di si. Giorni fa l’Istat annunciava 500 mila occupati in meno (quindi meno contributi) e sulle spalle dell’Istituto è stato caricato anche il costo delle casse integrazioni in deroga. L’altro giorno leggevo (poche righe nascoste in un sito web) che il Presidente del Comitato di Sorveglianza dell’INPS prevede un “rosso”, come conseguenza del Covid, di 35 miliardi di euro. E’ scontato che lo Stato e l’ente previdenziale incasseranno di meno. Quanto? 120/130 miliardi di euro potrebbe essere una cifra realistica.

Nello stesso tempo lo Stato deve spendere di più (si prevede che il debito pubblico passi dal 134% del PIL al 155/160 %). Nulla di grave se l’economia del paese cresce, allarmante se non riesce a farlo e le previsioni non sono rassicuranti. Ci troveremmo nella stessa situazione di una famiglia che aumenta i debiti nel momento in cui riduce, di molto, il suo reddito. La paura, a fine anno, è quella di una crisi fiscale e previdenziale dello Stato italiano con conseguenze sociali e patrimoniali che non voglio nemmeno descrivere.

Cosa dovrebbe fare chi governa? non credo che ne usciamo elargendo bonus (dalle biciclette ai nonni baby sisters) o promettendo soldi alle attività economiche che poi non arrivano. Un primo passo dovrebbe essere dire la verità al paese, pubblicare i dati in modo comprensibile per tutti per verificare se la nostra prospettiva è quella di affrontare una “economia di guerra” e indicare al paese obiettivi che rimettano in moto l’economia e affrontino quei problemi strutturali che ci portiamo dietro da anni.

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