Non c’è estate senza un tormentone musicale.
A volte più o meno incisivo. Molti ancora ricordano “Vamos a la playa”, oppure “Club Tropicana”, o magari più recentemente “Solo tre parole”.
Indiscutibilmente, il tormentone estivo del 2021 è “Mille”, il brano inciso da un trio più che improbabile: Fedez, Achille Lauro (e fin qui….) e Orietta Berti, che si è rivelata il punto vincente dell’intera operazione.
“Mille” (che ha già ricevuto un discreto numero di riconoscimenti calcolati sul numero di download) è un brano gradevolissimo, che parte come un rap e, quasi di colpo, incrocia melodie tradizionali, in un mix che già musicalmente funziona.
Il video che lo accompagna, poi, è un capolavoro di ironia e soprattutto di autoironia cui persino si perdona il product placement evidentissimo (del resto, la Coca Cola è citata anche nel brano).
Il successo dell’operazione, fra l’altro, si può leggere anche nella miriade di parodie che spopolano in rete, una più divertente dell’altra, che hanno consentito agli autori di sbizzarrirsi fra gli spunti che il video stesso offriva. Laddove sempre in rete si possono osservare le reazioni stupite di parecchi youtuber, che pensavano di trovarsi di fronte a chissà cosa, e invece hanno scoperto un motivo sciocco sì, ma irresistibile.
Niente da dire: Fedez, ancora una volta, ha dimostrato di essere, al di là delle polemiche che spesso innesca non senza una fine premeditazione, un attento conoscitore della musica e dei meccanismi di comunicazione.
Contestualmente, è uscito un altro brano che, se non altro dal punto di vista della melodia, potrebbe ambire al titolo di tormentone, ovvero quel “Toy Boy” di Colapesce e De Martino, che vede la partecipazione di Ornella Vanoni. Brano che, però, non “prende”.
Molti ritengono che “Toy boy” sia una risposta frettolosa a “Mille” (la presenza della Vanoni potrebbe essere letta come una risposta “colta” alla Berti, da sempre ritenuta un prodotto musicalmente più casareccio): non fosse che, di questo progetto, si era cominciato a parlare già in aprile.
Di certo, non aiuta il video, monotono come pochi altri, oltretutto diretto da Luca Guadagnino, uno del quale non si può parlare male.
Più probabilmente, il brano è troppo sofisticato per toccare quelle corde universali che, in questo caso, fanno la differenza.
In rete, poi, sono scattati i confronti. Tolti di mezzo i commenti di chi se la prende con le due cantanti accusandole di non accettare il tempo che passa, scordandosi di sottolineare la loro capacità di mettersi in giuoco e l’ottimo risultato dell’ultimo album della Vanoni e la stupenda versione di “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo resa dalla Berti a Sanremo, si è ripetuta la divisione fra chi predilige la classe della Vanoni alla ruspanteria della Berti e viceversa: segno che determinate rivalità non si spengono facilmente.
Sia come sia, alla fine della fiera stiamo trascorrendo un’estate certamente strana ma, almeno, accompagnati da una colonna sonora piacevole che chissà non resista all’arrivo di nuove stagioni.