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Madre e figlia in vacanza...e il Green Pass?

“Green Teen Pass”: la difficile vita dei genitori di teenager in Italia

Se siete già genitori… mi capirete, non c’è alcun dubbio.

Se state per diventarlo… preparatevi: la vita di chi decide di procreare in Italia è dura, anzi durissima.

L’estate è tutt’altro che una stagione riposante per noi genitori italiani.

I lunghissimi 90 giorni di vacanza, senza scuola, sono un grosso nodo che un padre e una madre devono affrontare con mesi d’anticipo. “Cosa gli faccio fare? Dove mangerà? Quale centro estivo?”. Una volta un’amica, dando un’occhiata allo schema Excel, che stavo strutturando per incastrare corsi estivi dei ragazzi con le mie ferie, mi chiese: “Che fai? Giochi a battaglia navale?” In effetti difficilmente si poteva definire la mia programmazione in modo migliore.

Ma l’attività estiva di un genitore è piuttosto varia. Ci sono le spese della mensa dell’anno scolastico appena concluso da saldare, le iscrizioni alle classi successive da perfezionare, il controllo vestiti (cosa salvare per l’autunno e cosa eliminare). E poi ci sono i libri di testo che vanno ordinati già a luglio, in caso contrario è impossibile trovare qualche “usato”. Infine, va fatto uno studio sulle attività pomeridiane che i ragazzi frequenteranno con l’inizio del nuovo anno scolastico. “Continuiamo con nuoto o passiamo a pallavolo? Approfondiamo lo studio dell’inglese con un corso doposcuola?”

A complicare il tutto, come se ce ne fosse bisogno, quest’estate ci ha pensato il Governo Draghi, annunciando con un anticipo di poco più di 10 giorni, che dal 6 agosto, in pieno periodo di vacanze, servirà il Green Pass, dai 12 anni in su, per andare a bere una spremuta al bar o a mangiare una pizza al chiuso. Una misura di prevenzione, hanno detto, per evitare nuove restrizioni in autunno. Va da sé che, fissando l’obbligo della “certificazione verde” per palestre, cinema, eventi sportivi, bar e ristoranti, il Governo ha di fatto creato le condizioni per rendere necessario il Green Pass a tutti i componenti di qualunque famiglia che desideri fare un minimo di vita sociale.

Io sono assolutamente pro-vaccino. Vacciniamoci e facciamolo tutti il prima possibile. Ma come si fa ad incartare in questo modo le famiglie con così poco anticipo durante le vacanze? Il 6 agosto è dopodomani.

Fissare la vaccinazione anti-covid, per prima di quella data, è un’impresa impossibile e comunque l’ottenimento del Green Pass non è immediato. Questa decisione condizionerà le ferie e la serenità di milioni di italiani che saranno costretti e provvedere a tamponi su tamponi per permettere ai figli di accedere alla vita sociale in attesa del proprio turno per il vaccino. Ma poi il punto debole per i contagi non erano i mezzi pubblici? Perché per salire sul treno non è previsto il Green Pass? E il turismo? Qualcuno ci ha pensato? In Grecia, Spagna e Croazia nessuno chiede certificazioni.

Ancora una volta mi pare che chi prende le decisioni abbia scarsi contatti con la realtà. Da una parte mi chiedo che ruolo abbiano i vari comitati di esperti se non riescono a prevedere le situazioni con un po’ di anticipo. Dall’altro credo che sarebbe bastato organizzare la vaccinazione parallelamente ad una campagna di comunicazione informativa incentivante e rassicurante, sia per gli adulti che per i ragazzi.

In Italia i no-vax sono una ristrettissima minoranza. La maggior parte di chi oggi non si è ancora vaccinato o non ha fatto vaccinare i propri figli, è insicuro, preoccupato e confuso da una comunicazione istituzionale assente e tristemente delegata a TV e Social media.

Con una corretta comunicazione forse i disagi del Green Pass potevano essere evitati.

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