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Zeno D'Agostino
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Il “Cavaliere” Zeno D’Agostino e quella notizia che nessuno sa

Poteva essere Cavaliere del Lavoro, l’alta onorificenza consegnata proprio dalle mani del Capo dello Stato. E magari tra quelli che l’hanno ricevuta solo pochi giorni fa, prima ancora che scoppiasse per il Porto di Trieste la bufera Anac. Poi qualcosa è andato storto o, le opportune verifiche del Consiglio dell’Ordine hanno fatto subodorare il percorso non netto propendendo per un no.

E così, nessuno lo sa, è sfumata per Zeno D’Agostino l’opportunità di diventare Cavaliere del Lavoro, nonostante i criteri e le premesse vi fossero tutte. Nel rigido regolamento, prima ancora del cerimoniale alla presenza del Presidente della Repubblica, disciplinato dalla legge 194 del 1986.

Considerando poi che l’iter nasce proprio da una proposta del Ministro dello Sviluppo Economico passando per la Prefettura di Verona, luogo di residenza del dirigente portuale. E quale migliore occasione di avere, in quel ruolo di prestigio, il triestino Stefano Patuanelli che ben conosce l’operato sin qui specchiato del Presidente D’Agostino e la situazione del primo scalo italiano.

Sembrava cosa fatta, ma è sfumata all’ultimo proprio a poche ore dall’esplosione del caso reso noto dall’arrivo del dispositivo di decadenza di D’Agostino alla guida del Porto giovedì 4 giugno. Doveva essere in quell’elenco dei 25 nuovi Cavalieri resi noti il 2 giugno in occasione della Festa dell Repubblica, dopo l’approvazione dei 23 membri del Consiglio dell’Ordine; Zeno D’Agostino accanto a nomi dell’alta moda quali Ferruccio Ferragamo o dell’industria dell’elettrodomestico come Paolo Merloni, il manager aeroportuale trevigiano Enrico Marchi e Nicola Fiasconaro della filiera dolciaria made in Sicily.

Ogni anno possono essere nominati fino a 25 Cavalieri del Lavoro, nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, turismo e servizi, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa. Ed è bene allora ricordare i requisiti tassativi per la concessione dell’onoreficenza, ovvero: aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale, aver operato in via continuativa e per almeno 20 anni con autonoma responsabilità nel settore per il quale l’onorificenza è proposta, aver adempiuto agli obblighi tributari nonché a quelli previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, non aver svolto attività economiche e commerciali lesive dell’economia nazionale, né in Italia né all’estero.

Dovremmo pensare allora che la proposta del Ministro Patuanelli abbia trovato un intoppo istituzionale per uno dei requisiti mancanti o, forse, perchè quei chiarimenti chiesti dall’Anac a fine 2019 sull’inconferibilità dell’incarico di Presidente dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Orientale abbiano pesato e non poco nei passaggi di primissimo livello a Roma.

Fonti romane scardinano qualsiasi dietrologia; l’opzione del No al Cavalierato per Zeno D’Agostino sarebbe invece legata alla poca propensione della Federazione dei Cavalieri del Lavoro a riconoscere onoreficenze per i dipendenti pubblici, benchè sia già avvenuto più volte in passato. E così l’alto funzionario del primo porto d’Italia si è visto negare l’iter per quello che a molti appariva un percorso netto.

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