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L'ambasciatore Eisenberg con il Capo dello Stato Mattarella
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“La Cina è pericolosa”. L’ambasciatore Usa suona la sveglia al Governo italiano

“La Cina può essere definito un paese molto pericoloso, non il popolo cinese”. E’ il cuore del lungo intervento dell’ambasciatore americano in Italia Lewis Eisenberg, un’intervista rilasciata all’AdnKronos che squarcia il velo delle trattative portate avanti dagli ultimi due governi italiani in questi anni.

Totalmente appiattiti sulla via della Seta, finalmente qualcuno richiama all’ordine i governanti del nostro paese, un pò troppo proni al Dragone sacrificando sovranità sull’altare delle rotte commerciali. E finalmente, anche se pericolosamente in ritardo, gli Stati Uniti si muovono e lo fanno con un esponente dell’amministrazione Trump di assoluto prim’ordine, Eisenberg ambasciatore italiano a Roma.

A “Notizie Geopolitiche” Eisenberg parla dei rischi per il nostro paese legati anche alla scelta della tecnologia 5G: “Aspettiamo di vedere come si procederà esattamente, ma per noi Huawei rappresenta una minaccia alla sicurezza. I cinesi, il partito comunista cinese, avrebbero accesso al nucleo dei loro centri nevralgici. E noi non possiamo permetterci che agli scambi così importanti che abbiamo con l’Italia attraverso ogni canale possa avere accesso un’altra parte”.

Insomma il segnale è chiaro, come mai forse dal secondo dopoguerra: “O noi, o loro”, pur senza averlo mai pronunciato, oggi ci troviamo nel bel mezzo di una nuova Guerra Fredda e l’opportunità per l’Italia, paradossalmente, è grandiosa. Scegliere, ovviamente, di restare nel Patto Atlantico senza inerpicarsi in strade pericolose e a noi poco note (o “Vie”), preservare libertà, asset strategici e conquiste di democrazia. Ma in effetti l’Italia può far pesare questo sulla bilancia di accordi e sviluppi con gli Stati Uniti stessi.

Come? Ad esempio nei porti stessi, invece di aprire le banchine ai millenari e pazienti “risiko” cinesi pronti a conquistare un metro alla volta la gestione dell’intero scalo. Loro pazienza, soldi e controllo lo hanno. A noi resta la libertà e la democrazia. “C’è preoccupazione per la sicurezza dei porti e delle infrastrutture italiani – dice chiaramente l’Ambasciatore Usa – che sono oggetto di interesse da parte della Cina: i porti sono una parte cruciale delle infrastrutture per l’Italia, ci sono tanti porti grandi, importanti, di recente ho visitato Trieste e Venezia, sono stato a Genova”.

E’ questo che c’è in ballo e pochi in questi anni hanno inteso cosa ci stessimo giocando, fino al Coronavirus che nostro malgrado forse ci ha aperto gli occhi su molte cose, la Cina compresa impegnata su mille fronti compreso “il tentativo di assumere il controllo di isole che sono territorio internazionale – ricorda Eisenberg – violando l’accordo che il Regno Unito aveva con la Cina su Hong Kong”.

Speriamo che la sveglia sul comodino del Premier Conte abbia le batterie buone…

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