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India: roghi di morti da Covid all'aperto, come riporta la BBC
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La Liberazione che ci manca…è quella dal Covid

Domenica 25 aprile 2021 Festa della liberazione; personalmente, la celebrazione più folle di questa ricorrenza.

Quel 25 aprile di 75 anni fa, il popolo italiano, festeggiava la liberazione del paese dall’occupazione nazista e dal regime fascista.

Da 75 anni il 25 aprile è festa nazionale della Repubblica.
Quest’anno, il 25 aprile anticipa l’entrata in vigore del Decreto riaperture.
Un decreto che sa di liberazione anche se non ci siamo ancora liberati dell’occupazione da Covid-19.

Allora provo una sensazione di confusione.

Non ricordo un evento che abbia fatto dimenticare la festa della Liberazione così come ha fatto questo decreto, che rappresenta la “speranza” di liberazione.

Diversamente da 75 anni fa però, non abbiamo vinto ancora nessuna guerra, anche se in guerra ci siamo da più di un anno.
Seppur comprensibile, risulta perciò pericoloso liberarsi precocemente dalle restrizioni di questa guerra.

Non ricordo di aver mai vissuto così tanta confusione , uno stato di esasperata emotività della società .

Una confusione che provo quando, nel momento di maggior sforzo proferito per poter tornare alla normalità, vedo invece persone manifestare contro la battaglia al Covid-19.
Dicono cose con lo scopo di farmi sentire un cretino , solo perché ho scelto di combattere questa guerra, usando l’arma dell’obbedienza.
Ho scelto di allenarmi con quelle istituzioni che negli ultimi anni ho criticato.
Attenzione però a non confondere l’obbedienza con la sottomissione.

E’ comprensibile desiderare di tornare alla propria vita, respirare una quasi normalità, soprattutto se solleticati dal primo caldo ma ci dicono che non siamo ancora al sicuro e il rischio è di ricadere in una nuova ondata.
Cedere è un pò come se un soldato in trincea, che stanco di restare al riparo si alza per sgranchirsi le gambe, sperando che il cecchino nemico non lo veda.
Nei film di solito è uno dei buoni che lascia la storia.

Poi penso a quanto sta accadendo in India e Brasile.

Penso a chi, in quei paesi, necessitano di ossigeno perché faticano a respirare per colpa del Covid-19 e non ne possono avere perché non ce n’è abbastanza per tutti. Non c’è ossigeno per tutti! Ma mancano anche farmaci e medici.

Gli ospedali rifiutano i pazienti, la gente muore nei parcheggi in attesa di un posto letto e ci sono cremazioni di massa improvvisate nei cortili.

Quanta sofferenza!

Vorrei tanto fosse solamente un film.
Un film da oscar per la sceneggiatura.

Ma purtroppo così non è.

Vorrei tanto risvegliarmi domani e sentirmi un cretino, come dicono quelli….

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