Il 12 giugno è stato stabilito per la nostra città come giornata di memoria della “liberazione” di Trieste dall’occupazione delle truppe del IX corpus dell’esercito popolare di liberazione della Jugoslavia. Si tratta di richiamare ciò che Trieste ha vissuto dal 1 maggio 1945 per quaranta giorni di occupazione violenta dell’esercito popolare di Tito. Sparizioni e uccisioni di comuni cittadini, sia di lingua italiana che slovena.
L’esercito di Tito venne a Trieste per occupare la città e annetterla alla Jugoslavia. Infatti sul municipio venne issata non la bandiera italiana ma il Tricolore con la stella rossa, segno della determinazione di annettere Trieste alla Jugoslavia di Tito. Quei giorni non furono certo giorni di liberazione, ma di occupazione e di oppressione. Se è pur vero che il IX corpus fu per primo a Trieste, e con loro i neozelandesi guidati dal gen. Fretberg, coloro che liberarono i detenuti politici incarcerati dai tedeschi al Coroneo e mantennero la calma a Trieste furono per primi gli uomini del CNL, come l’ing. Spaccini.Il IX corpus non venne per liberare ma per occupare con metodi repressivi e violenti in una Città già duramente provata dall’occupazione tedesca.
La resa dei tedeschi la sollecitò e la organizzò il vescovo Santin il 2 maggio nella piazza di S. Giusto dove erano arrivati i carriarmati neozelandesi. La resa fu firmata dai tedeschi presenti un ufficiale inglese, un ufficiale della Marina germanica, un ufficiale delle truppe jugoslave e un rappresentante del Comitato di liberazione italiana e dallo stesso Santin richiesto quale garante.
Trieste, con l’occupazione titina, non poté certo festeggiare la liberazione come il resto d’Italia per la fine della guerra e delle repressioni. Sotto altra “etichetta”, sparizioni e repressioni qui continuarono e portarono in città delusione e terrore anche nei confronti di comunisti triestini, che non condividevano l’annessione di Trieste alla Jugoslavia.
Non fu certo quello il clima di una liberazione.
Gli Jugoslavi si insediarono nei luoghi delle istituzioni e iniziarono la loro occupazione che appunto durò sino agli accordi di Belgrado del 9 giugno, che stabilirono la divisione in due zone della Venezia Giulia: una amministrata dagli anglo-americani e l’altra dagli Jugoslavi. Questi accordi vennero ratificati l’11 giugno a Duino dai generali Morgan e Jovanovič. E’ più che opportuno indicare il 12 giugno come giornata della liberazione dell’occupazione violenta di Trieste dalle truppe di Tito nell’attesa del 1954 con il ritorno dell’Italia.
don Ettore Malnati