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Il sondaggio di Demos&Pi “gli attori della ripresa”
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La ripresa? Per il 38% degli italiani merito delle imprese. Banche e partiti bocciati

Distanziamento sociale, lockdown, tampone, asintomatico, isolamento fiduciario e altri come questi, sono termini che non rientravano nell’uso comune delle nostre conversazioni mentreoggi caratterizzano e rattristano la nostra quotidianità. Sono parole che per rappresentano la nostra fuga dal contagio.

Sembra l’inizio di un romanzo fantasy ma invece è realtà purtroppo datata 30 gennaio 2020. Per arrivare al lieto fine serve elaborare l’improbabile. Ma per farlo servono capacità che all’estero ci riconoscono, mentre noi Italiani disperdiamo in imbarazzanti conflitti tra gli attori della cosa pubblica.

Parlo di Partiti Politici, Amministrazioni Locali, Governo, Imprese, Sindacati, Associazioni. In un interessante indagine di Demos&Pi titolata “gli attori della ripresa” agli intervistati è stata posta questa domanda: Quale, tra le seguenti istituzioni possono maggiormente favorire la ripresa economica del paese?

L’esito della ricerca evidenziato nel grafico porta a riflessioni e considerazioni.

Il cittadino crede che la ripesa parta essenzialmente dalle imprese ovvero dal lavoro e questo è un dato che qualcuno potrebbe dare per scontato ma che in epoca di assistenzialismo scontato non è. Poi il cittadino ritiene che il governo, come istituzione (non partitica) meriti fiducia e lo considera il secondo attore della ripresa.

Il cittadino boccia però banche, partiti politici e sindacati. Per le Banche e partiti politici dopo i numerosi scandali e fallimenti di vario genere, non sorprende trovarli tra gli ultimi posti nella considerazione degli italiani ma il sindacato addirittura in ultima posizione fa pensare.

Mi lancio in un paragone: il sindacato e il duo musicale Jalisse. Il duo musicale con un exploit riesce a convincere e vincere ma senza poi riuscire a tenere il passo del cambiamento fermandosi alle prodezze del 1997 e di fatto lasciando solo un bel ricordo e un piacevole motivetto tra l’altro adatto al livello della stressante attualità “ fiumi di parole…”

Probabilmente anche il sindacato ha goduto delle indiscutibili vittorie ottenute a suo tempo con sacrificio ma non ha saputo riproporre i suoi “motivetti” e rilanciarsi con sonorità moderne per arrivare all’ascoltatore di oggi, lasciando di fatto scontento anche l’amante del hold music.

Però sono convinto che possa riprendersi molto velocemente e il perché lo spiego ancora una volta pescando da un paragone con la musica. Oggi ci sono band musicali che stanno riscuotendo enorme successo riproponendo il rock, vedi i Greta Van Fleet o i The Struts, gli ACDS escono con Shot In The Dark, insomma anche il sindacato potrebbe essere un pò rock and roll, rappresentando con la sua musica il malessere dei lavoratori (tutti, senza distinzioni!) arrivando ai più giovani come fecero i miti di metà anni ’50.

Però il sindacato deve trovare ispirati Chuck Berry, Little Richard, Elvis Presley della dottrina politico-economica. Quindi tornando alla grafica e riflettendo sull’ultimo posto del sindacato, non si può non osservare che se pochi credono in questo attore, pochi saranno i discepoli di Illuminati come ad esempio sono stati Giuseppe Di Vittorio o Giulio Pastore.
Cosa succede allora se il sindacato non c’è?

Prendiamo ad esempio l’attualità e la gratifica natalizia di 300 euro che Amazon darà ai suoi dipendenti. I più veloci esclameranno “beati loro!!” Altri affermeranno “meglio di niente” ma sono considerazioni alle quali il sindacalista non si ferma.
Il sindacalista non scambia 300 euro di premio con il silenzio del lavoratore che giustamente lamenta di turni massacranti, carichi di lavoro eccezionalmente elevati, straordinaria eccessiva ripetitività dei movimenti con conseguenze sulla salute, alienazione, insomma stress da lavoro.

E’ qui che il sindacalista può recuperare e risalire nel grafico, riprendendo ad essere quello di cui ha bisogno il lavoratore, lasciando la politica del prezzo e puntando forte , molto forte sulle tutele, insomma suonando un bel pezzo rock. Oggi però il sindacato è all’opposto, posizionato molto più sotto nella classifica della fiducia rispetto alla cosiddetta controparte, l’impresa, con la quale però deve tornare ad avere un dialogo vero e non una mera contrapposizione e lo può fare solo riprendendo posti in
classifica.

Insomma deve fare del buon rock n’ roll!

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