Siamo nel bel mezzo di una seconda ondata, preludio di una terza che è già colpa nostra secondo chi ci governa e loro a cosa pensano? Al rimpastino, alla crisi o perfino alle elezioni. Bene, sappiate che non accadrà nulla di nuovo se non una spolverata di nomi, magari un lieve tagliando giusto per accontentare quel Renzi avvezzo ai “penultimatum”.
Intendiamoci subito su una cosa però: le pretese dell’ex premier sono sacrosante. Un piano da 209 miliardi di euro, il futuro del nostro paese e una tale iniezione di risorse che manco ai tempi del piano Marshal, è giusto sia gestito collegialmente. Ma non per le consuete mancette della politica, bensì per riformare davvero e seriamente l’Italia come non è mai stato fatto. O si fa, o si muore.
Ma non ammorbateci con queste finte litanie dei rimpasti, dell’orgoglio nazionale, della responsabilità e la disponibilità ad andare a casa per i principi. Perchè non ci crede proprio nessuno. Questo Parlamento durerà e fino a fine legislatura, magari il Governo come lo conosciamo oggi ha un destino differente. Ma un emiciclo in larga parte rappresentato da chi fuori di lì a ben poco altro da fare, siamo tentati a pensare che sia principalmente impegnato a sopravvivere.
Ecco dunque il vero tema di cui, dietro le quinte, i leader di partito stanno dialogando: la scelta del nome del futuro Capo dello Stato. Se è vero che il Governo che crede perfino di aver affrontato al meglio la pandemia (sbagliato! non è così nei numeri, siamo tra i peggiori al mondo per mortaità) ritiene giusto restare dov’è, appesantito dal non decidere e avvezzo al rimando cronico, oggi la mal celata sopportazione degli altri è arrivata alla soglia.
Allargamenti a Forza Italia, inclusione esterna dei salviniani, totale ribaltone con un Renzi che sostiene un Governo di moderati più Lega. Leggiamo di tutto e il contrario di tutto. A prescindere dal fatto che nessuno si fida dell’ex sindaco di Firenze. Sappiate però che l’unica, reale questione di cui discutono è sul chi e quanti dovranno scegliere il Capo dello Stato nel plenum del Parlamento.
Dunque spero la politica eviti di parlarci di una verifica modello compitino delle vacanze, e inizi a discutere di temi seri ma soprattutto, decida. E già sarebbe un bel passo in avanti.