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Giorgia Meloni ospite di La7
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Lega al 23%, Fratelli al 18% e prepara il sorpasso. In Veneto la vera prova?

Lega primo partito ma Fratelli d’Italia si avvicina e prepara il sorpasso. E’ stupefacente il sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Questo si chiama “effetto Recovery Fund”, per cui l’Europa ha raggiunto l’accordo pochi giorni fa; evidentemente valutato dagli italiani interpellati come un successo del Premier Conte, tanto che il gradimento del Presidente del Consiglio è al 61%, vicino al picco del 66% raggiunto in pieno lockdown, il periodo dei Dpcm e le conferenze stampa notturne.

Lega al 23,1% in calo di quasi un punto, Partito Democratico al 19,6%, Movimento 5 Stelle al 18,9% mentre Fratelli d’Italia ha la crescita più performante, quasi due punti, e raggiunge – secondo Pagnoncelli – il 18%. Forza Italia ferma al 6,9% e via via gli altri compresi +Europa e Italia Viva tra il 2,5% e il 2,9%.

Un bel guaio se la nuova legge elettorale dovesse essere il tanto favoleggiato Germanicum con soglia di sbarramento al 3%. Ecco perchè forse berlusconiani e renziani muteranno pelle sino a sovrapporsi e magari trovare percorsi comuni. Interessante anche alla luce del sostegno al Governo che avrà in carico di spendere i 209 miliardi di Bruxelles nei prossimi anni.

Ma il dato stupefacente pubblicato dal sondaggista Pagnoncelli riguarda i grillini, ancora a percentuali considerevoli nonostante il crollo rispetto al giorno del voto, e i patrioti. Il partito di Giorgia Meloni, ormai è chiaro, ha messo la freccia e prepara il sorpassi dei leghisti che mal sopportano gli indici di gradimento in crescita per gli alleati.

E allora, il paradosso, è la tenuta: la terra dello strapotere leghista, il Veneto di Zaia che si appresta al voto, sarà il vero banco di prova per Fratelli d’Italia. Occhi puntati sul partito di Meloni perchè se puo esserne scontata la crescita nelle altre regioni al voto (Liguria, Toscana, Campania, Marche, Puglia e Valle d’Aosta), in Veneto la sfida nel centrodestra assume un sapore differente. Il 21 settembre dovremo interpretare i campi di forza tra i due, Lega e Fdi, per capire la vera crescita sotto stress e interpretare se i patrioti rappresentano realmente la crescita di una futura alternativa alla leadership di Salvini nel centrodestra.

Ma in Veneto non c’è Salvini; il leader è un altro e si chiama Zaia. Altra storia, a proposito, tutta in casa Lega nel derby con la Lista del Governatore.

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