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L'infermiera Claudia Alivernini, prima vaccinata d'Italia
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Licenziare chi non fa il vaccino? Facciamo chiarezza

“Il lavoratore che rifiuta di sottoporsi al vaccino per il Coronavirus può essere licenziato”. Questo in sintesi il pensiero espresso del Professor Pietro Ichino e del Magistrato Giuseppe Guariniello rispetto al provvedimento che subirebbe un lavoratore che si rifiuti di sottoporsi al vaccino per CORONAVIRUS.

A mio avviso la loro posizione è eccessivamente sintetica e privata di alcune considerazioni necessarie, rendendo discutibile il loro concetto. Così come a mio avviso sbaglia chi traduce questo concetto con la possibilità di imporre la vaccinazione. Questo è possibile solo per legge e non certo per la combinazione di obblighi contrattuali. Legge per altro che oggi non esiste.

Piuttosto che imporre la vaccinazione, la libera scelta del lavoratore, qualora si traduca nella rinuncia alla vaccinazione potrebbe condurre ad una eventuale valutazione di inidoneità, e quindi liberare il datore dall’obbligo di richiedere la prestazione lavorativa, per quelle mansioni incompatibili per questioni di tutela delle condizioni di lavoro normate dall’art.2087 c.c. ma che non significa necessariamente licenziamento.

Quindi io non sarei così tranchant.

L’inidoneità, per semplificare al massimo il concetto, interverrebbe un po’ come succede a qualsiasi operatore del settore alimentare non in possesso di attestato HACCP, tematica questa disciplinata dal Regolamento Europeo 852/04. Subentrata l’inidioneità per quella mansione, il lavoratore dovrebbe risultare inidoneo anche alle altre possibilità di ricollocazione in azienda.
Solamente a questo punto potrebbe subentrare un eventuale motivo di recesso.

Ma a questo punto andrebbe valutato il recesso sia stato intimato facendo riferimento alla tipologia dei licenziamenti oggettivi o disciplinari. Solo quest’ultima forma di recesso eviterebbe il divieto di licenziamento introdotto dal Decreto Cura Italia e sue successive integrazioni.

Andrebbero poi valutate altre specifiche come per esempio se il lavoratore opera in settore sanitario, in presenza di suo rifiuto alla vaccinazione da CORONAVIRUS, si potrebbe parlare di perdita di idoneità professionale? Se poi parliamo di operatore della Sanità pubblica, magari Infermiere, potrebbe essere licenziato?

Insomma , non ritengo corretta la sintesi “rifiuto al vaccino uguale licenziamento”. Certo che la possibilità di rifiutare la vaccinazione per qualcuno può essere espressione di libertà, per quanto mi riguarda in un contesto come quello attuale, non direi.

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