Lupi inseguiti dal Suv e quelle notizie “scatena haters”

Il popolo social (ebbene sì, solo di questo si può parlare viste le restrizioni alle relazioni sociali alle quali siamo sottoposti) ha un nuovo bersaglio: Luca Ghedina, fratello minore del ben più celebre Kristian. La sua colpa è quella d’aver girato un video dove ha rincorso con la sua fuoristrada un branco di lupi al grido di: “Questo lo scanno.” O robe del genere.

Dopo la pubblicazione del video, diventato in poco tempo virale, all’uomo e alla sua famiglia sono giunte minacce di ogni tipo turbando la loro serenità montana. A poco sono valse le precisazioni del Ghedina sul fatto che non ha torto un pelo a quei lupacchiotti e che il termine “scannare” in dialetto veneto in realtà significhi: “stancare”.

Come ben sappiamo oramai, ogni giorno esce una notizia o un video sui quali gli utenti, manco fossero un branco di famelici lupi, si scagliano in oscenità e cattiverie di ogni genere. Anche a questo ci siamo abituati. Succede però che quando le vicende ti toccano da vicino, allora gli insulti e le minacce appaiono
reali e fanno male. Conosco diverse persone che sono state al centro di vicende alquanto drammatiche e hanno risentito profondamente, anche soltanto per un solo commento.

Certe notizie sono confezionate ah hoc per attrarre visitatori, per creare traffico di utenti, e quella dei lupi rincorsi da Ghedina è una di quelle.

Puntualmente a queste notizie si approcciano quelli che vengono definiti “haters”, personaggi che magari senza nemmeno leggere l’articolo si sentono in obbligo di dire la loro opinione, anche forte o violenta. Questo però ha un effetto su chi riceve queste ingiurie: paura, dolore, rabbia, sono solo alcune delle più comuni reazioni provocate da questo genere di commenti.

Al nonno paletta, ad esempio, picchiato recentemente a Trieste da due giovani per aver chiesto loro di
indossare la mascherina, molti utenti hanno indirizzato il loro più intimo disprezzo per il fatto di non essersi fatto gli affari propri mentre ai bambini che giocavano all’interno di una fontana in piazza Unità sempre a Trieste, alcuni ben pensanti si sono chiesti dove fosse l’educazione per poi proporre addirittura un bravo cecchino per risolvere definitivamente la situazione.

Non siamo messi benissimo, dobbiamo ammetterlo. Siamo reclusi, addolorati e spaventati da troppo tempo ormai e i social entrano prepotentemente nelle nostre vite rese ogni giorno per sempre più aride dalla mancanza di relazioni umane.

Non sottovalutiamo questo fatto.

Mi piacerebbe tanto essere uno di quelli che pronunciano frasi del tipo: “abbassiamo i toni”, ma il fatto è che il sottoscritto nemmeno sa cosa significhi. Posso solo prendere a prestito il consiglio di Neffa, il quale in una sua canzone ripeteva in loop: “Devi stare calmo!”. Proviamoci a stare un po’ più calmi e a non reagire ad ogni stimolo che ci arriva. Non siamo più veri se rispondiamo con la prima cosa che ci viene in mente, o che ci arriva direttamente dalla bocca dello stomaco.

Lo spontaneismo è una grossa fregatura! Proviamo a riflettere con calma senza lasciarci comandare dall’irruenza della prima sensazione che ci affiora alla coscienza.

Questo significa essere padroni dei propri agiti e forse anche un po’ più umani.

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