Al momento stai visualizzando Mano nella mano alla Foiba: decidiamo con chi stare, futuro o passato?
I Presidenti Mattarella e Pahor mano nella mano davanti alla Foiba

Mano nella mano alla Foiba: decidiamo con chi stare, futuro o passato?

Care amiche e amici della comunità slovena che vivete, come me, a Trieste. Ognuno di noi è, per la propria storia familiare o per l’educazione che ha ricevuto o per le convinzioni che ha maturato, partecipe di una storia locale che ha creato, negli anni passati,
lutti, divisioni, violenze e odi.

Un comune passato non significa che, oggi, tutti debbano avere una memoria condivisa. Sul quello che è avvenuto ognuno può e deve esprimere la propria opinione. Quello che vorrei è che la “storia” non sia sempre l’occasione per rinfocolare quei fatti che, per molti anni, hanno diviso, nelle nostre zone, cittadini italiani e sloveni. Per questo motivo ho sottoscritto l’appello promosso dal prof. Paolo Segatti e da Ravel Kodric, che hanno ritenuto di annoverarmi fra i firmatari pur non avendo, a differenza di altri, l’illustre caratura di “intellettuale”, sulla restituzione del Narodni Dom (anche se ho molte perplessità sul domino immobiliare che sembra conseguirne) alla Fondazione che rappresenta le associazioni della comunità con la speranza che l’incontro fra i Presidenti
della Repubblica italiana e slovena possa essere un atto definitivo di riconciliazione e di reciproci “perdoni”.

7 dicembre 1970, mentre si trovava a Varsavia, Willy Brant Cancelliere tedesco si inginocchiò davanti al Memoriale della Shoah, nel luogo della distruzione del ghetto della città.

Il 13 luglio Mattarella e Pahor si sono inginocchiati simbolicamente davanti alla Foiba di Basovizza e al monumento che ricorda la fucilazione il 6 settembre 1930 ai quattro ragazzi sloveni condannati dal Tribunale Speciale del fascismo. Gesti solenni che dovrebbero convincerci tutti a dire “basta” e guardare avanti in un ideale europeo di collaborazione fra i popoli.

Al pomeriggio dopo la solenne cerimonia, attraversando la città a piedi, come sono solito fare, ho assistito ad un assembramento di persone davanti a quello che era l’Hotel Balkan costruito con i fondi delle organizzazioni slave del tempo (per inciso il finanziatore più importante fu una banca ceka) e incendiato il 13 luglio 1920. Era comprensibilmente una manifestazione orgogliosa e vissuta come una rivincita per quel che successe cento anni fa.

Nello spirito della giornata odierna spero che almeno una parte delle stesse persone si recheranno anche alla Foiba di Basovizza.
Pensateci: dobbiamo decidere se continuare a farci influenzare dal futuro o dal passato.

Non vale solo per i nostalgici “italiani” ma anche per voi.

Lascia un commento