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Vincenzo Marinese, Presidente di Confindustria Venezia e Rovigo

Marinese: “Basta assistenzialismo, ora il Governo creda nelle imprese”

Le recenti misure restrittive per far fronte all’epidemia inducono a stimare una nuova flessione del PIL nel quarto trimestre. Per il Centro Studi Confindustria, il Purchasing Managers’ Index (PMI) nei servizi ha evidenziato un ulteriore arretramento già ad ottobre (46,7 da 48,8). Secondo le stime di Federturismo, dopo la parziale ripresa estiva del settore turistico, al termine del 2020 le perdite saranno ancora vicine al 70% in vari segmenti.

Nell’industria, viceversa, il PMI ha fornito nel mese scorso ancora segnali positivi (53,8). A settembre-ottobre, tuttavia, la produzione ha visto interrompersi il rapido recupero. La domanda interna rimane fragile. Se da un lato, dopo il rimbalzo estivo, gli indicatori mostrano una tenuta fino ad ottobre, dall’altro è in calo la fiducia delle famiglie.

L’export di beni è invece aumentato del 30,3% nel terzo trimestre (-3,2% dai valori di febbraio). All’inizio del quarto le stime erano positive ed evidenziavano una risalita degli ordini manifatturieri. Le probabilità di una nuova caduta a fine anno, tuttavia, ad oggi sono elevate soprattutto nelle voci legate al turismo.

In questo contesto economico, il nostro territorio ha dimostrato una straordinaria resilienza. Ha saputo reagire all’emergenza e riorganizzarsi per affrontare gli eventi inattesi. Dopo il lockdown primaverile e previsioni negative, la nostra area ha comunque registrato nel terzo trimestre un leggero recupero, per effetto dell’allentamento delle misure anti Covid-19.

A tracciare questo scenario è Unioncamere del Veneto. Nelle province di Venezia e Rovigo, il periodo tra luglio e settembre ha segnato una ripresa della produzione (rispettivamente +24% e +16%), del fatturato (oltre il 18%), degli ordini interni (+14,9% e +16,9%) ed esteri (+30,5% e +27,2%).

L’anima del nostro territorio, d’altra parte, è prettamente industriale. Nonostante la flessione del turismo, abbiamo saputo reagire alla prima ondata pandemica. Bisogna ora lavorare sul rilancio della domanda interna e favorire l’internazionalizzazione delle PMI. Per raggiungere tali obiettivi, serve una vera politica industriale. Basta alle misure assistenzialiste: l’Esecutivo deve iniziare a credere nelle imprese, vero capitale del nostro Paese, e ad ascoltare la loro voce.

Anche la società civile è chiamata a fare la propria parte: nessuno è escluso. Dobbiamo adottare i comportamenti di prudenza suggeriti per tutelare insieme salute e lavoro. L’economia non si attiva a comando e una eventuale ulteriore restrizione alle attività produttive potrebbe avere ripercussioni drammatiche su intere filiere.

Dobbiamo, quindi, continuare a combattere uniti. La responsabilità di ciascuno di noi è determinante per vincere questa sfida.

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