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I poliziotti durante i controlli al confine

Migranti a Trieste: “Preallarme, ma cosa vuol dire? Lamorgese batta un colpo”

Si diceva una volta: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Sono mesi e mesi che si denuncia l’immissione incontrollata di migranti via rotta balcanica nel nord est e più precisamente nel Friuli Venezia Giulia e sopratutto a Trieste e provincia, dove ormai se ne rintracciano a dozzine ogni giorno, il tutto aggravato dalla grave situazione di carenza di personale di Polizia sul territorio e di mancanza di luoghi e mezzi adeguati per il rintraccio e la trattazione dei documenti burocratici.
Come se tutto ciò già non bastasse, ci si trova di fronte a persone alle quali non viene certificata la salute e possono essere pericolose per poliziotti e per chiunque venga a contatto con loro, rischiando di portare a casa e ai propri cari malattie di vario genere passando dalla più banale, ma fastidiosa scabbia, a Tbc e al temibile Coronavirus in auge in questo momento è che ha già colpito nei giorni scorsi un gruppetto di rintracciati e ora in quarantena nella provincia di Udine.
Una domanda regna sovrana: la politica che fa? Lo diciamo subito, sminuisce la rotta balcanica definendola non emergenziale, non prende provvedimenti adeguati e irrita la cittadinanza che per tre mesi ha compostamente risposto in maniera civile rimanendo a casa segregata con tutti i disagi che abbiamo potuto tutti constatare di persona per sconfiggere il virus che imperversava nella nostra nazione.
Sicuramente, dopo le denunce effettuate dalle organizzazioni sindacali e il mal contento suscitato nella popolazione, ci si aspettava tutt’altra risposta dal Governo che, invece, nega l’evidenza e va diritto per la sua strada, anzi di più, su dichiarazione del Ministro dell’Interno in visita a Trieste per l’incontro dei presidenti Pahor e Mattarella, usa termini a dir poco sminuenti sul fenomeno in atto in zona proferendo testuali parole “la rotta balcanica va abbastanza bene – non esiste emergenza”, da qui si smentisce da sola con i fatti di questi giorni.
Anche dalla Regione, a conduzione Lega , non vediamo prese di posizione coerenti con il programma elettorale e osserviamo una preoccupante arrendevolezza sulla questione che comincia a preoccupare molti. Che vogliamo fare ? Vogliamo mettere i puntini sulle “i” o continuiamo a latitare sul tema?
Cosa rappresenta in pratica il decreto di pre allarme immigrazione emesso dalla Regione? Cosa migliora sul profilo dei rintracci, respingimenti alla frontiera e aumento del personale per i controlli territoriali? Non abbiamo ancora capito ma, leggendo dai giornali le dichiarazioni del Governo Regionale e la legislazione su cui pone le basi: (legge regionale 64 del 1986, sulla base alla quale l’Amministrazione regionale assume a propria rilevante funzione quella del coordinamento di tutte le misure organizzative e di tutte le azioni nei loro aspetti conoscitivi, normativi e gestionali, dirette a garantire l’incolumità delle persone, dei beni e dell’ambiente rispetto all’insorgere di qualsivoglia situazione o evento che comporti agli stessi grave danno o pericolo) ci sembra generica e non una soluzione alla situazione emergenziale in cui si trova la Polizia di Frontiera.
I poliziotti vogliono chiarezza e più uomini per gestire la grave emergenza migratoria, vogliono tutele per loro e per le famiglie esposte a possibili ripercussioni sanitarie che coinvolgerebbero de facto anche altre persone per i contatti giornalieri con i rintracciati.
Vogliamo, una volta per tutte, poter espletare il nostro lavoro in sicurezza dando risposte adeguate alla cittadinanza che ci chiede perché non si riesce a fermare questo fenomeno migratorio, vogliamo che i controlli sanitari siano espletati subito al momento del rintraccio con l’utilizzo dei tamponi a tutti i rintracciati e una maggiore fornitura di DPI più idonei alla trattazione di sospetti covid in arrivò dai Balcani.
Chiudere le frontiere con Serbia, Kosovo, Romania non è sufficiente se poi si accoglie tutta la rotta migratoria che arriva proprio da quelle zone senza controlli idonei. Non si può continuare, inoltre, a correre dietro a tutti i migranti che fuggono dalla quarantena fiduciaria nelle strutture di accoglienza (vedi 3 afghani venerdì a Trieste denunciato dalla Polizia) per la mancanza di vigilanza in queste strutture che ne hanno la responsabilità diretta.
Attendiamo una presa di posizione da parte di qualcuno, attendiamo risposte concrete e che esse non siano le solite chiacchiere elettorali che sanno, come sempre, di promessa da marinaio, ma prese di posizione serie e decise, volte alla risoluzione dei problemi perché i poliziotti preoccupati aspettano, la cittadinanza chiede sicurezza, e adesso c’è bisogno di darsi una mossa.
Noi aspettiamo, non più fiduciosi come prima, in quanto alle molte chiacchiere e promesse non è mai seguito nulla di concreto, aspettiamo lavorando nel rispetto del giuramento pronunciato di fedeltà alla Repubblica e ai suoi cittadini, ma vorremmo supporto concreto e subito senza attendere oltre.
Edoardo Alessio, segretario Fsp Polizia Trieste

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