I confini sono opera umana. Sono la prima opera umana. Per questo sono sacri e pericolosi. La terra non ha confini. La terra è sferica. Si può andare da tutte le parti e ritornare al punto di partenza. Gli uomini hanno conquistato ogni lembo di terra, partendo da una comune culla.
Nessuno ferma la volontà umana di spostarsi ovunque desideri. Infatti, l’uomo è l’unico essere ad adattarsi ad ogni ambiente.
Gli europei, nel corso di diversi secoli, hanno solcato tutti i mari e hanno abbondantemente varcato tutti i confini. Che cosa abbiano fatto negli altri continenti e in territori anche lontanissimi, non sarò certo io qui a riassumerlo, lo sapete da voi.
Oggi, il fenomeno è diverso. Sono altre popolazioni che aspirano ad approdare nei Paesi ricchi. Questo fenomeno non durerà un secolo, ma è prevedibile che abbia una gittata più ampia.
Si tratterà pertanto, di trovare un equilibrio, e ad oggi non appare nemmeno in minima parte, che saper equilibrare questa tendenza. E, soprattutto, induca ciascuno a trovare conveniente starsene all’interno del proprio spazio fisico, geografico, culturale. Saranno i viaggi di piacere compenseranno la tendenza a consumare la propria esistenza dentro le cornici d’origine.
Veniamo a noi. Questi sono tempi magri. Poco si capisce, di quanto sia vasto il fenomeno. Tanto in termini spaziali, che temporali.
I confini del Friuli Venezia Giulia, sono una porta d’ingresso per i flussi che dall’oriente e dal medio oriente risalgono verso l’Europa. Le terre Balcaniche e poi a occidente, la prima apertura è l’Italia e, verso l’alto, i popoli Germanici e i popoli Nordici. È chiaro che i confini con la Slovenia, sono porte d’ingresso per Afgani, Pakistani, Siriani, Iracheni, popoli Caucasici e via di seguito.
Quest’estate si è più volte verificato l’impossibilità d’impedire a questi soggetti, l’opportunità di far “visita” al nostro territorio. Che siano a governare le sinistre, o le destre, non cambia nulla. Anche volessero erigere un muro alto cento metri, non riuscirebbero a tamponare il fenomeno.
La colpa non è da addebitare né a Massimiliano Fedriga, né tanto meno a Giuseppe Conte. Vederla così è da sciocchi. Potrebbe anche capitare che per brevi periodi la cosa si restringa, oppure aumenti, sia nel primo quanto nel secondo caso, non saranno le guardie forestali né i carabinieri né tanto meno l’esercito o la polizia, a risolvere il problema.
Dico questo perché spingo la riflessione a puntare più in alto. A non dar la colpa all’uno o all’altro, ma sia nel cercare di comprendere come risolvere – almeno parzialmente – alla radice la questione. Sono le guerre d’inizio secolo con le successive vergogne, fino alle ultime atroci stupidità, a causare buona parte di quello che sta accadendo.
Gli europei e gli americani hanno il sovrano compito di spegnere ogni conflitto e non invece di fomentarlo. Hanno il sovrano compito di restituire ricchezze ai popoli meno fortunati, perché creino i presupposti per vivere degnamente nelle parti più belle del mondo: il posto in cui si nasce.
Qualsiasi critica è ben accetta, qualsiasi confronto anche pungente è benvenuto, perché più riflettiamo su questi problemi meglio è per tutti. Stupido sarebbe impantanarsi nelle solite, ottuse e ormai vuote polemiche di parte.