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Il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ieri in Portovecchio

Portovecchio: “Roberto Dipiazza è imbattibile”

Roberto Dipiazza è imbattibile. La riqualificazione del Porto Vecchio non è merito suo ma la sta gestendo mettendo nell’angolo quelli che furono i promotori iniziali. Mi rendo conto che il mio è un giudizio che non farà piacere ai tanti amici che ho nel centro-sinistra ma è così.

Ognuno parla al suo elettorato e credo, che il messaggio di Dipiazza, sintesi fra “mito” e “rassicurazione”, trovi consenso.
Perché? I motivi sono diversi. Ritengo che i triestini siano abbastanza indifferenti al riutilizzo del Porto Vecchio. Piace questa idea di una città che si evolve ma se non dovesse accadere…si vive bene lo stesso. Dà fastidio il degrado edilizio ma non è obbligatorio camminarci. I pochi palazzi ristrutturati dal Porto sono belli e un salto a visitare un museo si può sempre fare. Il nuovo parcheggio rende più comodo andare al mare.

La seconda osservazione si basa su un mio dubbio: non sono certo che, al fondo, si vogliano veramente riconvertire palazzi e spazi per attrarre nuove attività che possano incidere sul profilo sociale della città. Nuove imprese significano gente nuova, giovani studenti, ricercatori o lavoratori qualificati che non è detto siano tutti italiani. Anzi dar nuova vita a quel pezzo di Trieste implica, per forza, una controtendenza rispetto al declino demografico e al profilo dei residenti che sono, più o meno, duecentomila persone, come tante città della provincia italiana, in più con una altissima percentuale di pensionati e dipendenti pubblici e senza un vero retroterra.

Il più bravo a capire gli umori della maggioranza della città è il Sindaco Dipiazza che ha costruito, come le ho detto, un messaggio che tranquillizza i suoi elettori. Da un lato racconta i suoi incontri con investitori che forse non investiranno mai, e descrive una città al centro dell’attenzione del mondo.

Trieste ha sempre amato rapportarsi con le grandi città europee prescindendo dalla sua effettiva dimensione. Mitico il suo incontro con il “magnate russo” al quale chiede “cosa vuoi comprare” e che risponde “all” (tutto) e dall’altro persegue inserimenti di piscine terapeutiche, uffici pubblici, funzioni comunali e qualche palazzina con appartamenti di lusso vista mare che verranno
acquistati da un centinaio di ricchi italiani o stranieri per loro piacevoli soggiorni nei fine settimana.

In realtà il suo messaggio sottostante dice che non verranno alterati gli equilibri della città che, restando nell’immaginario collettivo “unica e grande”, ha di fronte a sé un “cambiamento” che non la stravolgerà e a moltissimi va bene così.

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