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Il grafico dei contagi in Svizzera con impianti aperti

Sci fermo? Ma quale aumento dei contagi, guardate la Svizzera!

La Svizzera per esempio…

Nella durissima ormai contrapposizione tra il ministro Speranza il CTS con il mondo dello sci alpino (quest’ultimo rappresenta la fonte di sostentamento per centinaia di migliaia di famiglie) si rischia esattamente come per altre questione medico-sanitarie di ridursi ad una manieristica contrapposizione politica…

Da una parte le Forze politiche che hanno appoggiato il governo Conte 2 che per semplice fedeltà di “gregge” al nuovo reggente continuano a mantenere la piena fiducia nei confronti di chi ci ha portato ad oltre 100.000 morti negli intervalli dell’importante stesura del suo importante libro…

Viceversa dall’altra parte…
Fino a ieri esisteva un fronte di opposizione antigovernativo (probabilmente altrettanto manieristico) rappresentato da forze politiche che ora invece siedono allo stesso tavolo di quel ministro che aveva già ampiamente manifestato la propria incompetenza…

Ad argomentare la chiusura degli impianti di salita il fronte governativo (che racchiude ora le due fazioni politiche una volta opposte) ha sempre portato ad esempio il caso della Svizzera come pericolo da evitare in considerazione del livello di saturazione delle terapie Intensive in molti Cantoni…

Poi arrivano i grafici relativi all’andamento del contagio nella confederazione elvetica e…”come neve ”
al sole l’incompetenza” dimostrata da tutte le forze governative compresa quella attuale si sciolgono…

In altre parole tutti i grafici dimostrano come le aperture degli impianti di risalita non abbiano influito minimamente sull’andamento dei contagi. Ovviamente mantenendo tutti i necessari distanziamenti sociali e le precauzioni che la natura infettiva del covid-19 impone.

Ancora una volta si confonde la giusta e normale precauzione in ogni ambito con la volontà cieca di usare misure draconiane come strumenti a sostegno della battaglia contro il diffondersi della pandemia.

Questo grafico dimostra nella realtà di tutti i giorni come con la pandemia risulti necessario conviverci e quindi offrire modalità di lavoro certamente in linea con le direttive sanitarie ma comunque molto distanti dall’attuale chiusura. Una strategia che risulta fondamentale specialmente in quelle realtà economiche montane all’interno delle quali lo sci alpino rappresenta la prima fonte di reddito.

La sordità dimostrata dalle autorità governative conferma ancora una volta la distanza tra la realtà lavorativa e il palazzo. Espressione di un livello culturale tanto del ministro Speranza quanto dei partiti che lo appoggiano e del CTS assolutamente inadeguati.

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