“Sono lesbica e mi bucano le gomme”. Il pianto di Camilla e i conflitti…degli altri

Le agenzie di stampa non hanno nemmeno finito di dare la terribile notizia sulla giovane infermiera genovese, presa di mira da alcuni vicini di casa (brava gente!) per la sua omosessualità, che già il politico di turno a caccia di visibilità mediatica ci rifila la sua analisi melensa: “In Italia esiste il pericolo omofobia!”. (guarda il video qui sopra)

Il valzer scontatissimo di reazioni è un turbinio di retorica e maleodorante aggressività. Niente di nuovo. Per mia (s)fortuna viaggio parecchio per lo stivale e in tutti questi anni non mi è mai capitato di assistere a nessun caso di discriminazione sessuale. Vedo quotidianamente coppie di uomini o donne camminare per strada, prendere treni o fare la spesa senza incorrere in minacce o altro.

Da giovane suonavo per un’organizzazione di feste omosessuali, e nemmeno lì ho riscontrato nulla di pericoloso. Non siamo un
paese di omofobi, mi spiace. Certo, ci sono questi orribili casi, ci sono denunce, battute di cattivo gusto, discriminazioni di vario genere ma rappresentano una parte minoritaria nel nostro variegato mondo.

Purtroppo i criminali esistono ancora.

Bisognerebbe discriminare un po’ di più, e non parlo degli omosessuali, ma quelli che commettono queste atroci infamie. Se picchi una persona soltanto perché ha abitudini e gusti sessuali diversi dalle tue, dovresti essere isolato, messo in condizione di non nuocere e poi magari rieducato. Molte volte questi soggetti sono persone che sono state esse stesse vittime di violenza o hanno ricevuto un’educazione confondente.

Sovente sono persone che combattono contro la loro stessa omosessualità e va da sé che l’omosessuale contro il quale essi si scagliano, non è altro che lo specchio del loro mondo interiore. Avete mai visto il film cult: “American Beauty”? Ecco, succede proprio che soltanto grazie al conflitto e al voler distruggere l’altro, il diverso, io incontri una parte di me che disconosco e la violenza che ne scaturisce, rappresenti la vana speranza di uccidere quel “mostro interiore” che mi attanaglia e non mi dà pace.

Una persona che non è serena su questo aspetto, potrebbe provare una sorta di rancore verso chi esprime ciò che essa non è in
grado di sperimentare. E il rancore, specialmente se covato inconsciamente, può essere molto pericoloso.

Credo fermamente che se una persona ha risolto i suoi conflitti interiori riguardo alla sua sfera sessuale, non sentirà alcun disagio quando si troverà dinnanzi ad una coppia omosessuale. L’omofobia è molto presente anche all’interno del mondo gay e questo è un dato che conferma la mia asserzione.

L’omofobia dunque, è solo la punta dell’iceberg: bisogna scendere in profondità per avere delle risposte. Ma chi ha il tempo per fermarsi e riflettere oggidì? Meglio fare una sparata social e a fine giornata contare quanti likes ho raccattato. Non accontentiamoci dei titoli, andiamo a fondo. Chi sono queste persone e qual è la loro storia?

Bisogna educare le persone ad essere più umane, ma per fare questo c’è bisogno di tempo, attenzione, vicinanza e cura. Ma ancor prima di questo, è necessario fermarsi un momento per guardarsi dentro ad osservare quali sono i nostri conflitti. Sempre che ce ne siano…

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