Leggo sul Corriere della Sera di oggi un’intervista a Giancarlo Giorgetti, ex sottosegretario della Lega. Alcune sue riflessioni mi colpiscono perché sono le stesse considerazione che da un po’ di tempo sto facendo, quando capita, con alcuni amici.
Alcuni mi osservano perplesso dandomi del pessimista, altri, di solito i più filo governativi dicono che sono “cretino”. Adesso mi posso consolare: cretini siamo almeno in due. Cosa riporta il giornalista del pensiero di Giorgetti? Ecco una breve sintesi: “..i fondamentali dell’economia sconsiglierebbero la propaganda….l’autunno sarà drammatico e sarebbe già un successo se l’Italia riuscisse a salvare la pelle…” Teme per la tenuta del paese produttivo e il rischio che il Paese reale si stacchi dalle istituzioni e aggiunge “con quali conseguenze è immaginabile”.
Ha una sua ricetta politica ma la sua conclusione è amara perché se non emergerà un senso di responsabilità collettivo: “vorrò vedere chi nei prossimi anni avrà voglia di governare sulle macerie”. Forse ci sono troppi narcisisti in giro che si atteggiano a uomini di governo guardandosi allo specchio senza affacciarsi per vedere cosa succede in strada.