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Un selfie in centro a Cortina d'Ampezzo

C’era una volta il Cinepanettone: la montagna isolata dal Covid

Mai così tanta neve sulle Dolomiti da 30 anni.

Sembra davvero un affronto, non c’è niente da fare. E per i pochi fortunati che sono riusciti a intravedere le cime, chiusi nelle proprie case di montagna, è proprio una beffa. Per chi come me, è riuscito in una fuga di poche ore (pre-chiusure) per incontrare i parenti.

Vedi desolazione, una buona quota di rassegnazione; ma come sempre c’è anche un pizzico di pace, solitudine e ritorno all’autenticità della natura. Certo, perchè c’è poco altro: niente feste, locali chiusi, aperitivi solo ormai un lontano ricordo e un’infilata di alberghi spenti che sembra si rinnovi un giorno di lutto a ogni cambio di ora. Lo è, ormai è chiaro, dopo aver superato le 70.000 vittime di un maledetto virus cinese che sembra ancora oggi prenderci in giro.

Ma l’allegria frenetica e popolare da cinepanettone è stata ormai sostituita da quella di un poco ridanciano silenzio millenario. Avevo strabuzzato gli occhi quando in diretta, a Ring, il presidente di Federalberghi di Belluno Walter de Cassan diceva: “Solo il 10% delle strutture aprirà”.

Purtroppo è andata peggio. E di molto.

Prendete il caso di Cortina d’Ampezzo, luogo simbolo del relax e divertimento invernale, casa per molti perchè là dove incontri le stessa cerchia di amici o professionisti che frequenti durante le altre stagioni: qui si raggiunge a malapena il 5% per le aperture degli alberghi. Perfino i 4 stelle che avevano scelto di aprire poi si sono dovuti arrendere quando si è abbattuta la valanga del nulla. Zero prenotazioni o talmente poche da non garantire il senso di un’avventura.

Passeggiare in centro lungo il Corso Italia ha il sapore di una disfatta. Nessuna “white zone” piena di neve può battere queste restrizioni da allarme rosso che hanno messo in ginocchio centinaia di migliaia di attività nel nostro paese. Si incontrano poche persone “mascherate” e che si affrettano a godere quel raggio di sole per una passeggiata vicino a casa. Ma se si spingono più là certo non c’è il rischio di assembramento. E le forze di polizia l’hanno ben capito.

Nevica, l’atmosfera perfetta. Ma per chi? E allora ecco l’unico settore che ha continuato a funzionare: quello degli affitti. Quando la sera intravedi molte luci dietro alle tendine delle abitazioni private salendo verso Alverà, capisci che le case sono andate a ruba. Lo confermano gli stessi albergatori, qui. “Chi è venuto a Cortina, senza bar e ristoranti, ha preferito affittare una casa per avere maggiori spazi e poter cenare senza divieti”.

Fanno la spesa, si godono l’aria buona e un orizzonte da sogno. Poi si rinchiudono prima del coprifuoco e scostando le tendine guardano il bianco là fuori, prima che la sera sveli il colore che ammanta questo tempo.

Ferdinando Avarino

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