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Marino Andolina, un pediatra in guerra

Covid, Andolina: “la libertà degli idioti cozza con quella di chi vuole vivere”

Anche se è il polmone l’organo bersaglio principale del SarsCov2 e quello che condiziona la sopravvivenza dei malati, chi sottovaluta la serietà di questa malattia dovrebbe considerare che anche il cervello può essere coinvolto con conseguenze che possono durare molto a lungo. Ci sono almeno duecento pubblicazioni scientifiche che descrivono, talvolta contraddicendosi, i danni cerebrali da Covid.
Tra i sintomi del/la cosiddetto/a “Covid lungo/a” (mi piacerebbe che “coronavirus disease – malattia da coronavirus” fosse tradotto al femminile), oltre alla difficoltà a salire le scale, esiste una serie di disturbi della funzione cerebrale come perdita di memoria e disturbi emotivi.
Le ultime ricerche parrebbero escludere un’infezione virale diretta del tessuto nervoso, mentre si sta puntando a dare la responsabilità alla “tempesta citochinica”  che interferisce con la funzione cerebrale. Durante la fase più acuta della malattia io stesso  ho sofferto di un’angoscia inspiegabile, non giustificata da una paura di morire che in vari teatri di guerra non ho conosciuto.
Ad un mese dalla guarigione ho ancora una certa difficoltà a ricordare i nomi delle persone.
La lettura dei giornali e dei social media mi induce a ritenere che questa epidemia abbia prodotto una follia di massa non attribuibile direttamente ad un danno cerebrale da virus. Forse più che creare il problema l’epidemia ha slatentizzato l’evidenza che gli imbecilli sono tra noi, ci sono sempre stati ma che la disponibilità di mezzi di comunicazione li ha fatti uscire allo scoperto.
I cosiddetti esperti hanno fatto il possibile per creare un clima di confusione che ha facilitato la diffusione di teorie complottiste. Ormai coloro che rifiutano le evidenze scientifiche sono diventati un esercito e purtroppo una nicchia di mercato per alcuni politici.
Il rispetto delle opinioni altrui è sacrosanta ma esiste un limite. Finchè uno crede che la terra sia piatta niente di male, ma se questa convinzione interferisse con la sicurezza di noi tutti sarebbe necessario porvi un freno. Se per esempio un sanitario rifiutasse di vaccinarsi perché convinto della pericolosità del vaccino, diventerebbe pericoloso per i pazienti con cui venisse in contatto.
Odio la parola “obbligo” ma la libertà di essere scemi può cozzare con la collettiva libertà di restare vivi.

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