Il caso Crisanti: scienziato umanizzato e la sovraesposizione che logora

Negli ultimi mesi Andrea Crisanti, il famoso virologo dell’Università di Padova, è diventata una presenza fissa nei media nazionali e locali. Proprio questa visibilità costante lo ha reso non più soltanto ed esclusivamente un esponente del mondo scientifico autorevole e riconosciuto, ma anche e soprattutto una star dei salotti televisivi, delle pagine dei quotidiani nazionali, delle strisce dei tg.

Nel corso del tempo i suoi interventi, però, non hanno più riguardato esclusivamente la sfera medico – scientifica, ma sono entrati nel dibattito politico e delle scelte del Governo. E, in particolare, dopo il periodo estivo è iniziata la polemica con il Presidente Zaia nel corso della quale Crisanti si è attribuito i nelle giorni post elezioni regionali i meriti del successo elettorale bulgaro del Governatore, ma è anche di recente intervenuto sulla riapertura della scuola, sulle nuove chiusure, sui test rapidi e fai da te e per ultimo sul vaccino. E proprio l’uscita immediata sul vaccino (“non lo farei”) in controtendenza rispetto a gran parte del mondo scientifico lo ha messo al centro di una polemica molto dura che lui stesso ha definito “inferno mediatico”.

Il fenomeno comunicativo Crisanti è sicuramente un caso da studiare. Nella prima fase è diventato un punto di riferimento per la sua narrazione autorevole ed all’interno del perimetro del suo ambito di riferimento ed è stato capace anche di umanizzare il suo
profilo con diverse interviste che ne hanno messo in risalto aspetti più intimi rendendolo anche più vicino alla gente. Nella seconda fase, invece, è diventata una narrazione più intensa e fuori dal perimetro della sua sfera di competenza e spesso in contrapposizione alle istituzioni scientifiche e governative e naturalmente con il presidente Zaia.

La narrazione intrapresa nella seconda fase lo ha sovraesposto con la risultante di renderlo non più un esperto, ma piuttosto una star mediatica nel ruolo di opinionista. Questo ne ha fatto perdere di autorevolezza e lo ha normalizzato e lo testimonia il fatto che è diventato divisivo e non più un punto di riferimento riconosciuto.

Un recente sondaggio di SWG conferma come il 47% dei cittadini sia saturo di informazioni e sottolinei la scarsa chiarezza di informazioni sul Covid-19. E alcuni esponenti del mondo delle scienza affascinati dalla ribalta mediatica e dalla visibilità ha contribuito a creare questa scarsa chiarezza generate da una moltitudine di posizioni e di pareri scientifici che ne inficiano l’autorevolezza.

E Crisanti ne è un esempio evidente: la sovraesposizione logora la propria immagine, in particolare, se si mette in gioco la propria reputazione in ambiti dove non è richiesta o necessaria.

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