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Grren Pass: il sito del Ministero della Salute

No alla dittatura vaccinale!

Un tempo, per non affrontare un problema, si diceva: “ben altre” sono le questioni da esaminare.  E così prese piede il “benaltrismo” che ha consentito, per anni, di non cercare di risolvere quello che, passo passo, si poteva cercare di sistemare. E oggi è risorto.

Dopo il green pass e l’obbligo vaccinale, “ben altri” sono i problemi della scuola, della sanità e della nostra vita sociale. Accontentiamoci, in attesa di qualche migliaia di autobus nuovi per evitare gli affollamenti sui mezzi di trasporto, di nuove aule per evitare le “classi pollaio”, di massicce assunzioni nella sanità di personale che non esiste sul mercato del lavoro, di farci assistere, negli ospedali, anche da medici e infermieri che sono più esposti di altri al contagio e alla sua diffusione, di mangiare in una mensa a contatto con colleghi che sono contrari alla “dittatura sanitaria”, di assistere alla protesta di insegnanti che rifiutano ogni “accanimento contro la categoria”.

Forse se qualcuno avesse pensato di collegare il “green pass ad una lotteria e ad un premio molti si sarebbero ricreduti sullo “strumento oppressivo e di controllo sociale”, (ovattato e indolore, dice Cacciari) “antidemocratico e discriminatorio” e sulla deriva antidemocratica di una società che ha affinato gli strumenti del “sorvegliare e punire” (citazione da Foucault).

Ci siamo assuefatti a Google, Amazon, Facebook e ai tanti social ai quali affidiamo i dati più sensibili della nostra vita (e anche le nostre carte di credito) (in?)consapevoli che vengono trasformati in business (per loro). E lo Stato non ha capito la nuova psicologia di massa. Avrebbe dovuto pubblicizzare un “green pass” che diventa chat per tutti i suoi possessori, “rivendersi” i dati raccolti distribuendo “Like” ai cittadini più solerti premiati con la pubblicazione, su una sorta di gazzetta ufficiale on line, della foto delle vacanze, incentivare, con il sorteggio di qualche bonus per acquistare qualcosa di inutile, certificati vaccinali anche personalizzabili con faccine (emoticon) sorridenti, perplesse, imbronciate (a seconda dello stato d’animo del momento).

Invece hanno proposto una certificazione graficamente triste, binaria (c’è o non c’è), tecnocratica, che non ti premia con beni tangibili ma solo con la promessa di riprenderti una vita sociale, più o meno, normale.

E l’individuo? Essere inserito in un contesto collettivo, con i diritti ma anche con le responsabilità, conta ma conta di più il mio “io” che difende, quando fa comodo a me, la Costituzione e i principi di libertà. Se poi alla fine torneranno a riempirsi le  terapie intensive e bisognerà ripristinare i lockdown, non mi riguarda ma è tutta colpa di una classe politica che non ha capito che “ben altri” erano i problemi e le soluzioni e noi liberi di acquistare on line terapie alternative per ogni sorta di malanno.

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