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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri a Venezia per il Mose
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Re Giuseppi I, conte del Dpcm promulga l’emergenza infinita

Il magniloquente ha deciso: l’ermellato di Palazzo Chigi, il fluente fazzoletto a quattro punte con passo felpato promulga il suo nuovo editto. Re Giuseppi I, conte del Dpcm decide che lo Stato di Emergenza di questo regno, con scadenza al 31 luglio, sarà prorogato sino al 31 dicembre.

Alla faccia.

Preoccupati di un numero di contagi ridicolo (ieri 276 su una popolazione di 60 milioni), di terapie intensive oggi scese al numero di 65 in tutto il paese, nel reame di Re Giuseppi è l’ora di non mollare lo scettro. E così in un sol boccone, non molla la presa, tiene in scacco l’Italia, spaventa tutti noi e relega l’opposizione al ruolo di gregari.

Poi però, dall’Olanda, fanno notare al sovrano indisturbato, che nessuno sapeva. Colleghi di Governo, Comitati scientifici e vassalli vari. E a quel punto il visconte è costretto al dimezzamento, e alla precisazione.

“Non c’è dubbio che discussioni del genere devono essere portate all’attenzione del Parlamento, come ho sempre fatto in questo periodo, però io non ho detto che il Governo ha deciso di prorogare lo Stato di Emergenza – precisa il Premier – ma che è un tema che dobbiamo affrontare. Sarà una deicsione collegiale del Governo, a debito confronto con il Parlamento”. Poi dice ancora chiaramente: “Ho semplicemente anticipato quella che potrebbe essere una proposta che valuteremo tutti insieme”.

Intendiamoci, decisioni rapide, forti e incisive sono necessarie di fronte a una strage come quella vissuta nella pelle dal nostro paese grazie al virus cinese. E un pizzico di uomo forte alla guida, è nei desiderata di ognuno di noi, come testimoniano gli indici di gradimento per il Conte del Dpcm, morigerato, colto e perfino rassicurante. Ma ormai non siamo più certi di nulla, tantomeno della seconda ondata. E’ un’altra marea che rischia di sommergerci.

E, a proposito, guarda caso il casus belli nasce a Venezia, con lo sfondo delle paratoie del Mose fuori dall’acqua. “Faccio solo una riflessione anticipatoria – aveva detto ieri mattina il Presidente del Consiglio – non vi dovete sorprendere se la decisione sarà quella di prorogare lo Stato di Emergenza che ci consentirà di adottare le misure necessarie, anche minimali”. Ma è quel che dice dopo, che leva ogni dubbio: “Ragionevolmente, non deve sorprendersi nessuno, ma prorogheremo – poi si corregge – ci avviamo verso la proroga dello Stato di Emergenza”.

Voi cosa avete capito? “Lo dico o non lo dico”, si chiederà. Ma ormai, al di là della parziale retromarcia e precisazione che arriva a sera dall’Olanda, la decisione è questa. Suvvia, l’hanno capito tutti.

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