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Sulla porta di una camera dei figli

Una giornata di ordinaria follia: mamma con tre figli in Dad

Ore 7:30 sveglia e caffè.

Ore 7:40 partenza per i miei 20 minuti di corsetta mattutina. Oggi devo essere particolarmente carica. Sono a casa, utilizzo un giorno di congedo parentale e mi godo i ragazzi. Faccio loro una sorpresa, non sanno che oggi resto a casa. Saranno felici, penso tra me e me. Quasi quasi a pranzo faccio una bella carbonara!

Ore 8:10 rientro… e silenzio, quel silenzio assordante che a casa mia non c’è mai. Apro la porta di una camera: bene, uno dei tre ragazzi è alla scrivania, chiudo soddisfatta. Che bravi, sono in dad.

Apro un’altra porta. Oh no! la sveglia non ha suonato. Il mio secondo figlio sta ancora dormendo… “Sono le 8 passate – grido – non c’è lezione oggi?” “Chi sei?” mi risponde qualcuno dall’oltretomba. “Forza sono le 8:20 riceverai un ritardo, svegliati!”. “Tranquilla vecchia, oggi inizio più tardi”.

Resto perplessa più dal “vecchia” che dal “comincio più tardi” ma proseguo e raggiungo la terza e ultima postazione di dad di casa mia: porta chiusa. Fuori una lavagnetta con su scritto: “Viki c’è ma fa lezione.

BUSSARE!”.

Non posso non scoppiare a ridere. È evidente, la mia terza figlia è ben conscia della pericolosità dei fratelli e mette le mani avanti… in fondo dall’alto dei sui 10 anni ha già una buona esperienza di didattica a distanza. L’anno scorso ha fatto quasi tre mesi di dad… e di episodi imbarazzanti ne sono successi numerosi.

Come quella volta che, nel bel mezzo di una poesia di Saba, spiegata con tanta pazienza dalla sua maestra, si è sentito qualcuno esultare. Uno dei miei ragazzi aveva raggiunto la sufficienza in una interrogazione online e aveva voluto mettere a conoscenza dell’evento anche le classi e gli insegnanti dei fratelli. La mattinata continua. Vado in cucina a rassettare ma dopo poco vengo interrotta: “Mamma mi metto qui, in camera mia non c’è connessione. Please puoi uscire? Tengo la telecamera aperta e non sei un gran spettacolo”.

Mogiamente, smetto quello che stavo facendo ed eseguo gli ordini. D’altra parte devono pur poter seguire le lezioni!

Ore 10:00 serve un libro, quello di geografia, che non si trova più. Oggi il tema è il Molise. “Mamma aiutami! – sento urlare – non lo trovo! Mi puoi scaricare l’app, per scaricare il programma, da cui si scarica il libro?”.

Tento e ritento ma non ce la posso fare… troppo difficile. “Se proprio non ce la fai… fa niente, mi arrangio”. Davanti alla mia assoluta incapacità a dargli una mano, il mio figlio millennial dimostra pietà ma aggiunge: “Almeno mi puoi portare qualcosa da mangiare? A scuola a quest’ora facciamo merenda”. Sconsolata vado a fare un panino di salame, anzi, prevengo future richieste e ne faccio tre.

Ore 12:00 qualcuno sta per finire la sua dad quotidiana. Qualcun altro invece oggi ha 5 ore: “Mamma non disturbarmi per nessun motivo. Ho la Rossi! E non passare l’aspirapolvere”. Eseguo ma inizio a pensare che, tutto sommato, al lavoro non si sta così male.

Ore 13:00 “Mamma ho finito ma ho mal di schiena, sono stata ferma per troppe ore: me lo fai un massaggino? E poi posso leggerti il mio tema di Italiano? Pomeriggio mi aiuti con un Power Point?”. E mentre iI mio pensiero va al neo Ministro dell’Istruzione che, in una recente intervista, ha affermato che la dad è una possibilità in più che i nostri figli avranno per studiare, anche a pandemia finita, ricevo la telefonata di mia madre (LA NONNA). È felice, oggi ha prenotato la sua vaccinazione. Potrà a breve di nuovo occuparsi dei suoi nipoti.

Non chiedo nemmeno i dettagli: la notizia è magnifica… sono molto, molto felice anche io!

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