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Ragazzi possibili "destinatari" della dote18

Da mamma di 3 figli dico no al bonus per i 18 enni. Ecco perchè

Ho tre figli, di cui uno diciottenne che sarebbe tra gli eventuali beneficiari della recente proposta Letta. La proposta che da qualche giorno è alla ribalta delle cronache. Quella che prevede che i ricchi “restituiscano” attraverso il pagamento di una incrementata tassa di successione ai giovani, che andrebbero a ricevere un bonus una tantum di 10.000 euro. Un piccolo tesoretto che nelle idee del Segretario PD potrebbe servire a terminare la formazione, avviare una attività e magari aiutare nell’acquisto della prima casa.

Bene, dovrei essere felice… eppure non ci sto. Non mi piace. Come non mi piacevano i vari bonus messi in pista dal Governo Conte. Ma questo mi piace ancora di meno perché coinvolge i miei figli, la loro vita e il loro futuro.

Non apprezzo l’idea, specie in questo momento storico post-pandemico, di chiedere a chi eredita del capitale di contribuire, attraverso una tassa di successione maggiorata, alla collettività. Per due motivi. Il primo perché in Italia abbiamo già una tassazione che nel complesso supera il 45%. Quindi sulle eredità le tasse sono già state abbondantemente pagate. Il secondo per motivi puramente economico-strategici. Per far ripartire l’economia la ricetta è favorire gli investimenti, pubblici e privati, non tassare. Vanno agevolati gli imprenditori, affinché mettano in circolo risorse, smuovano il mercato, anche quello del lavoro. Questo è il modo migliore, da parte di chi ha del capitale, per dare una mano alle nuove generazioni.

Sì, perché è proprio qua che sta il problema, nel mercato del lavoro. Io per i miei figli non ambisco a 10.000 euro una tantum, a fondo perduto, distribuiti a pioggia, senza merito alcuno da parte di chi li percepirà. Una specie di maxi reddito di cittadinanza. Questa cultura dell’assistenzialismo non credo sia la ricetta giusta per aiutare i giovani e il nostro paese nel suo complesso.

Più di metà dei ragazzi under 35 vive ancora con i genitori. Uno su tre è senza lavoro e tanti sono i precari. Meno del 6% ha una casa di proprietà. Come si fa, in queste condizioni, a pensare ad una famiglia? Sarà un caso se, tra i giovani, 1 coppia su 3 non ha figli e non pensa di metterli al mondo? Chi ci governa ha chiaro che l’Italia di questo passo non ha futuro e che è necessaria un’inversione di rotta?

Ai ragazzi non serve l’ennesimo bonus. Ai giovani serve una prospettiva e questa non può che passare dal lavoro e dalle aziende che possono offrirlo. L’aiuto dello Stato deve andare in questo senso, non nella direzione opposta.

Sulle ragioni che possono aver spinto il leader del PD a rilasciare queste dichiarazioni si potrebbe scrivere un libro… La ricerca di un nuovo posizionamento per il suo partito (che non gode di ottima salute nei sondaggi), un premio elettorale per qualche giovanissimo ancora indeciso sul voto, il desiderio di attrarre i tanti scontenti ex grillini ma, a proposito di libri, un dubbio sorge spontaneo: sarà mica una mossa di marketing?

E’ uscito “Anima e cacciavite”, il nuovo volume di Enrico Letta. Chissà che il libro non tratti anche di tassa di successione, voto ai 16enni e ius soli… Certo la campagna promozionale poteva andar meglio. Ricevere un “niet” a bruciapelo dal Presidente del Consiglio, relativamente alla sua proposta di aumentare le tasse, non è esattamente una buona pubblicità per una pubblicazione fresca di stampa.

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